Dopo mesi di trattative, il 20 aprile il congresso degli Stati Uniti ha approvato un provvedimento per concedere nuovi aiuti militari all’Ucraina. L’ostacolo più grande, quello del voto alla camera dei rappresentanti controllata dai repubblicani, è stato superato grazie all’ampio sostegno dei deputati democratici, che da tempo chiedevano nuovi fondi per Kiev. “La misura ha anche aperto una nuova frattura nel Partito repubblicano”, scrive il New York Times. “I più contrari erano i deputati radicali vicini a Donald Trump, candidato alle presidenziali di novembre”. Nelle ultime settimane Trump ha espresso posizioni vicine a quelle del presidente russo Vladimir Putin e ha criticato gli altri paesi della Nato. Come spiega il Kyiv Independent, dei quasi 61 miliardi di dollari stanziati, 23 miliardi saranno usati dagli Stati Uniti per rifornire le proprie scorte militari svuotate dal conflitto, aprendo la strada a futuri trasferimenti militari degli Stati Uniti all’Ucraina; 14 miliardi andranno a Kiev per l’acquisto di armi; undici miliardi finanzieranno le operazioni militari statunitensi nella regione; nove miliardi saranno versati all’Ucraina sotto forma di prestiti per sostenere l’economia. Secondo il giornale ceco Lidové Noviny, “il risultato del voto al congresso dovrebbe servire ad allontanare lo scenario più pessimistico”: una vittoria della Russia che lasci a Mosca il controllo su tutti i territori occupati. “Dopo il 20 aprile possiamo dire che il rischio di un esito completamente negativo del conflitto è significativamente diminuito”. La legge del congresso statunitense stanzia anche 17 miliardi di dollari di aiuti militari a Israele, nove per la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza e 8,1 miliardi per la regione Indopacifica in funzione anticinese. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1560 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati