Clemens J. Setz osa fare luce, grazie alla letteratura, su uno dei prototipi delle teorie del complotto che continuano ad andare per la maggiore anche oggi. Le lune prima del’atterraggio ricostruisce la biografia di Peter Bender, un pensatore divergente ante litteram tra le due guerre mondiali. Tutto comincia come una farsa. Per divertire i suoi commilitoni durante la prima guerra mondiale, il giovane pilota Bender s’inventa storie fantasiose sullo spazio, come per esempio che i pianeti del sistema solare si muovono verso la Terra come messaggeri cosmici. Mano a mano che la guerra va avanti uno “strano fuoco interiore” consuma Bender. E la sua narrazione inizialmente ironica si espande in una più articolata teoria cosmologica. Dopo aver battuto la testa in un incidente la presenta come una verità scientifica assoluta. Le ferite di guerra si rimarginano ma anche dopo il 1918 la sua testa rimane zeppa di bislacche teorie alternative e di erotico esoterismo. Al centro della sua confusione c’è l’ipotesi pseudoscientifica dello statunitense Cyrus Reed Teed secondo cui abitiamo in un pianeta sferico, ma non sulla superficie bensì in una sua cavità interna. Il romanzo di Setz ci trascina in una sorta di buco nero letterario ed esplora il valore ambiguo del pensiero scettico che a volte può produrre un Copernico e a volte un Peter Bender.
Florian Eichel, Die Zeit
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Questo articolo è uscito sul numero 1562 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati