Caroline O’Donoghue è un’arguta opinionista irlandese ed è la voce di un podcast intitolato Sentimental garbage (immondizia sentimentale) dedicato “a una cultura che amiamo ma di cui la società a volte vorrebbe ci vergognassimo”. La vergogna è anche uno dei temi intorno a cui ruota il suo romanzo, La variabile di Rachel. La storia è basata sulla sua stessa esperienza di passaggio dalla vita studentesca a quella professionale. Sebbene la vicenda parta nel 2022, la maggior parte dei fatti risale al 2010, piena di rimpianti e illuminata dalla nostalgia. O’Donoghue sa descrivere con efficacia la vita tumultuosa di una ragazza che sta lottando per capire chi sia veramente. “Non so chi cercassi d’impressionare”, dice Rachel, la protagonista, “non volevo un fidanzato; volevo una storia d’amore. Volevo passione; non volevo sembrare una tipa troppo facile. Morivo dalla voglia di essere toccata; ed ero terrorizzata all’idea di rovinarmi”. Questo stato d’animo conflittuale – moderno ma allo stesso tempo un po’ vittoriano – descrive bene i tempi in cui viviamo . È la complessità sociale che rende una divertente commedia satirica qualcosa di profondamente soddisfacente.
Ron Charles, The Washington Post

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Questo articolo è uscito sul numero 1563 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati