“L’imprenditore portoghese Pedro Vargas Santos David era stato accolto con una certa ansia quando, all’inizio del 2022, si era presentato ai dipendenti di Euronews”, scrivono András Pethő e Ágnes Gólya nell’inchiesta sulla vendita del canale tv Euronews, pubblicata dal sito ungherese Direkt36. “Poco prima era stato annunciato che il suo fondo d’investimento, la Alpac capital, avrebbe comprato il canale tv. Il motivo della preoccupazione stava nel fatto che David era noto per i suoi stretti rapporti, politici ed economici, con il premier ungherese Viktor Orbán, che negli ultimi anni ha preso di mira il giornalismo indipendente del suo paese. Nella redazione di Euronews, David aveva minimizzato i legami con Orbán, spiegando che l’acquisizione era stata decisa esclusivamente per motivi economici. Tuttavia non aveva spiegato da dove arrivavano i soldi. La Alpac capital aveva fatto sapere al settimanale portoghese Expresso che non c’erano ungheresi tra gli investitori coinvolti. E anche Orbán aveva negato ogni coinvolgimento. In realtà, gli ambienti vicini al governo di Budapest hanno avuto un ruolo chiave nell’operazione. Un’inchiesta realizzata da Direkt 36 con Expresso e il quotidiano francese Le Monde ha svelato che buona parte dei 150 milioni di euro dell’accordo sono arrivati dalle casse dello stato ungherese e da una serie di figure vicine a Orbán. Secondo documenti ottenuti da Direkt36, 45 milioni sono arrivati da un fondo dello stato ungherese gestito dalla società Széchenyi funds (Szta). E nell’affare è stata coinvolta anche una delle aziende più attive nelle campagne di propaganda del governo ungherese, la New land media”.
Euronews è un canale tv d’informazione che trasmette in quasi tutti i paesi d’Europa in 17 lingue. Fondata nel 1993 da un consorzio di emittenti europee sul modello dei canali all news, nel 2015 era stata ceduta all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris, e dal 2022 la sua quota di maggioranza è detenuta dalla Alpac capital. Nel gennaio 2024 è stato annunciato lo spostamento della sede da Li0ne a Bruxelles, e a marzo sono stati licenziati duecento dipendenti. “Secondo fonti interne alla redazione, finora non ci sono interferenze nelle scelte editoriali”, scrivono Pethő e Gólya. “Ma alcuni documenti trapelati fanno pensare che l’acquisto sia stato deciso per motivi politici. In uno dei fogli preparatori redatti dalla Szta si legge che l’operazione ha, tra gli altri, lo scopo di ‘attenuare il peso dell’ideologia e della parzialità di sinistra’”.
Il controllo di una tv europea si accorda bene ai suoi ambiziosi progetti politici
“Del resto”, continuano i due giornalisti, “non è la prima volta che le figure coinvolte nell’acquisto di Euronews finanziano segretamente investimenti con connotazioni politiche. Lo scorso autunno Direkt36 ha svelato che la Szta aveva investito quasi 190 milioni di euro nella 4iG, un’azienda di telecomunicazioni sostenuta personalmente da Orbán. Nell’articolo era anche citato il coinvolgimento di David, oggi nel consiglio di amministrazione della 4iG. Il governo ungherese aveva cercato di entrare nel mercato dei mezzi d’informazione stranieri già prima dell’acquisto di Euronews, investendo nei Balcani, con lo scopo di sostenere gli alleati locali di Orbán. Oltre a Euronews, David e i suoi soci hanno comprato anche un settimanale e un quotidiano portoghesi, Nascer do Sol e i. Tuttavia, l’investimento in Euronews è di un altro livello. Anche se non ci sono prove a dimostrare la partecipazione diretta di Orbán nell’affare, il controllo di una tv paneuropea si accorda bene ai suoi ambiziosi piani politici. In un discorso pronunciato il 15 marzo, il premier ungherese ha detto: ‘Non abbiamo altra scelta, dobbiamo occupare l’Europa’. Quando abbiamo chiesto al suo ufficio stampa se fosse coinvolto nell’operazione Euronews, ci hanno risposto: ‘Non ne sappiamo nulla’”. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1564 di Internazionale, a pagina 59. Compra questo numero | Abbonati