La foschia si allargò sulla costa come un’onda gigante. Come una tempesta o un vortice, la nube colpì Caleta Negra e inghiottì le case e le barche sulla riva. La tromba marina aveva sorpreso Chungungo Martínez in mare insieme ai suoi amici pescatori. Quando aprì gli occhi, Violeta e il più giovane dei Villarga erano scomparsi. Tornarono in mare per cercarli ma il mare non li avrebbe mai restituiti”. Personaggio accattivante e tragico, Chungungo Martínez è il protagonista del terzo romanzo dell’autore cileno Diego Zúñiga. Ragazzo orfano diventato un fenomeno nuotando nel fiume Loa, il giovane Chungungo ha il cuore di un campione e gareggia in tornei di caccia subacquea. Ripercorre gli anni sessanta tra la pesca, i Mondiali del 1962, la lettura della rivista Estadio e del Reader’s Digest. Fino a essere campione del mondo in un torneo disputato a Iquique nel 1971 e ricevere l’abbraccio del presidente Salvador Allende. Dopo il 1973 la violenza irromperà inaspettatamente sotto il mare e la vita di Chungungo sarà irrimediabilmente spezzata. Romanzo notevole e commovente, attraversato da momenti di energia, momenti di riflessione e immagini di risonanza poetica in cui prende vita un vecchio Cile, con i suoi eroi pieni di umanità, con la sua lingua e le sue mancanze, la sua tristezza e le sue gioie. E dove l’orrore della storia irrompe in modo inaspettato e distruttivo, come una nebbia o un’onda devastante. Andrés Gómez, La Tercera

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Questo articolo è uscito sul numero 1564 di Internazionale, a pagina 85. Compra questo numero | Abbonati