◆ Il fenomeno climatico ricorrente chiamato El Niño, che provoca il riscaldamento delle acque di superficie dell’oceano Pacifico, si sta concludendo. Cominciato nel giugno 2023, ha contribuito al superamento di diversi record di temperatura e ha alimentato molti eventi climatici estremi. Dopo una breve fase neutra, nel Pacifico potrebbe presto cominciare un fenomeno opposto, chiamato La Niña. Secondo la National oceanic and atmospheric administration (Noaa) degli Stati Uniti, c’è il 49 per cento di possibilità che La Niña cominci tra giugno e agosto e il 69 per cento che arrivi tra luglio e settembre. L’arrivo della Niña dovrebbe determinare un calo delle temperature globali, ma perché i suoi effetti si facciano sentire potrebbero volerci mesi. Il 2024 potrebbe quindi rivelarsi un altro anno da record. Secondo New Scientist “i danni complessivi del Niño saranno probabilmente importanti e dureranno anni”. In ogni caso, il passaggio alla Niña non significa chei fenomeni climatici estremi diminuiranno. Per la Noaa c’è una probabilità dell’85 per cento che nei prossimi mesi negli Stati Uniti la frequenza e l’intensità degli uragani sarà superiore al normale. Questa stima dipende da una serie di fattori, tra cui le temperature eccezionalmente elevate dell’oceano Atlan­tico e l’arrivo della Niña. “Il calore in eccesso nelle acque dell’oceano Atlantico tropicale e del mar dei Caraibi significa che c’è più energia per alimentare lo sviluppo delle tempeste”, scrive l’agenzia.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1565 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati