Per dieci anni la fotografa libanese Myriam Boulos ha fotografato il suo paese mostrando le strade e le voci di chi ha manifestato nel 2019 contro la corruzione e le misure di austerità, ed è tornata in piazza dopo l’esplosione al porto di Beirut nel 2020. “Quando nel 2019 è scoppiata la rivoluzione io e i miei amici ci siamo sentiti come se stessimo uscendo da una relazione violenta per dire finalmente: ‘No, questo non è normale’”, racconta Boulos. Il suo lavoro è stato raccolto nel libro What’s ours (Aperture 2023), in cui la dimensione personale si mescola all’attivismo politico, lasciando grande spazio al movimento del corpo, di cui Boulos mette in evidenzia la forza e al tempo stesso la vulnerabilità.
Costruito come un diario, il libro mostra gli amici e i manifestanti della fotografa in strada tra i lacrimogeni, mentre ballano nei locali notturni di Beirut, nelle case o davanti alle macerie del porto. È un coro di sguardi e di voci con cui Boulos condivide il desiderio di cambiamento e di riprendersi un paese sprofondato in una drammatica crisi economica e sociale, che per molti di loro promette solo un futuro di paure e incertezze. ◆
◆ Il libro What’s ours è stato pubblicato dalla casa editrice della fondazione Aperture nel 2023. L’introduzione è stata scritta dalla giornalista e attivista egiziana Mona Eltahawy.
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Questo articolo è uscito sul numero 1565 di Internazionale, a pagina 66. Compra questo numero | Abbonati