Dopo France, incursione nel mondo dei mezzi d’informazione, Bruno Dumont prosegue la sua esplorazione nell’immaginario di massa prendendo di mira la fantascienza, dalla saga di Star wars a 2001: odissea nello spazio. All’annuncio della nascita del Margat, una specie di anticristo nato dall’unione di una coppia di esseri umani, le forze intergalattiche del Bene e del Male si danno appuntamento sulla costa settentrionale della Francia per il loro scontro finale. Si formano due squadre: da una parte Jane (Anamaria Vartolomei) e Rudy, guerrieri del bene, discepoli della Regina (Camille Cottin); dall’altra Line (Lyna Khoudri) e Jony (Brandon Vlieghe), in missione per conto di Belzebù (Fabrice Luchini). Nell’Impero troveremo poche tracce della parodia folle che la locandina del film sembra promettere. Dumont è Dumont, la fantascienza è usata solo per amplificare le peculiarità del suo cinema. Ma la loro unione conferisce al film una strana bellezza ibrida che mescola sacro e profano: spade laser che illuminano il volto appena truccato delle attrici, un balletto di astronavi nel cielo in pieno giorno, con dialoghi che sembrano mutuati da Guerre stellari, recitati tra le dune che si affacciano sulla Manica.
Murielle Joudet, Le Monde
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1567 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati