Ventitré persone sono state uccise e almeno cinquanta ferite il 23 giugno in alcune azioni coordinate contro due chiese ortodosse, due sinagoghe e un posto di polizia a Machačkala, capoluogo della repubblica russa del Daghestan, e nella città costiera di Derbent. Gli inquirenti hanno definito gli attacchi “atti di terrorismo”. Gli esperti dell’Institute for the study of war, con sede negli Stati Uniti, li hanno attribuiti al Wilayat Kavkaz, il ramo del Caucaso settentrionale del gruppo Stato islamico (Is), scrive il Moscow Times. Secondo il quotidiano russo online gli attacchi sono l’ennesimo fallimento dei servizi segreti, la cui attenzione è da tempo concentrata sull’opposizione e sull’invasione dell’Ucraina e ignora le minacce alla sicurezza interna. Alcuni osservatori avevano infatti messo in guardia Mosca contro la crescita dei gruppi affiliati all’Is, che stanno accrescendo il loro seguito tra i giovani del Caucaso.

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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati