La tradizione dei gialli di Agatha Christie e di Arthur Conan Doyle è assimilata e declinata in modo splendidamente tropicale in Il crimine del buon nazista, il nuovo libro del brasiliano Samir Machado de Machado. Un gruppo di miliardari tedeschi sorbisce minestra di tapioca a bordo di un LZ 127 Graf Zeppelin che attraversa lo spazio aereo brasiliano nel 1933. A bordo viene commesso un delitto e il romanzo ricostruisce le indagini condotte tra nazisti in volo tra Berlino e il Brasile per le ragioni più diverse: chi cerca il caldo a Rio de Janeiro, chi commercia caffè e chi sta andando a divulgare teorie eugenetiche a un congresso a São Paulo. Ciascuno dei personaggi del libro potrebbe essere l’assassino dell’uomo, ebreo, omosessuale e comunista, trovato morto in un bagno. Il linguaggio di Machado alterna sofisticazione e semplicità in un romanzo spontaneo che si legge con grande piacere. I dialoghi sono agili, punteggiati da intuizioni geniali e da assurdità naziste come “bisogna sbiancare il sangue della nazione” e “solo gli artisti di razza pura possono creare un’arte sana”. La narrazione procede in modo molto visivo, ogni personaggio è presentato attraverso una sorta di identikit: visi ovali, fronti ampie e sguardi di sfida. Sul finale il ritmo del romanzo cambia e l’atmosfera da poliziesco lascia spazio a un lungo flashback e a una prosa più amara e malinconica. È lì la chiave storica dell’intero romanzo.
Paula Sperb, Folha de S.Paulo
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati