◆ Negli ultimi anni le ondate di caldo marine hanno provocato più volte episodi di sbiancamento delle barriere coralline. Lo sbiancamento si verifica quando, a causa della temperatura troppo alta dell’acqua, i coralli espellono le alghe con cui vivono in simbiosi. Se il fenomeno si protrae nel tempo e la temperatura è molto alta, i coralli possono morire. Il cambiamento climatico ha reso le ondate di caldo marine più frequenti e più intense, ma i danni variano da regione a regione. Uno studio pubblicato su Science Advances ha identificato le zone dove il rischio è maggiore. Gli autori hanno creato un modello per stimare gli effetti del cambiamento climatico entro il 2080. In futuro gli episodi di sbiancamento potrebbero cominciare in primavera e non in tarda estate, come avviene adesso. Per le barriere coralline vicino all’equatore il rischio di sbiancamento potrebbe rimanere alto per tutto l’anno. Il mar Rosso, il golfo di Aden e le Hawaii sono tra le regioni destinate a subire lo stress termico maggiore. Il rischio dovrebbe raddoppiare per la grande barriera corallina, al largo dell’Australia, mentre la zona più sicura dovrebbe essere la Polinesia sudorientale. Secondo lo studio, per le barriere coralline vicine all’equatore le prospettive resterebbero negative anche nel caso di una riduzione delle emissioni di gas serra. Le barriere coralline sono ecosistemi ricchi di biodiversità, che contribuiscono al sostentamento di più di un miliardo di persone e hanno un ruolo centrale per il turismo e la cultura.

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Questo articolo è uscito sul numero 1570 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati