Con la Russia che attacca lungo tutta la linea del fronte, l’esercito ucraino è alla disperata ricerca di nuove leve per dare respiro ai suoi soldati, provati da due anni di guerra. E ha lanciato una campagna di mobilitazione militare su larga scala, sostenuta da una serie di nuove leggi”, scrive Constant Méheut sul New York Times. “Molti ucraini hanno risposto alla chiamata, ma c’è anche chi ha provato a evitarla. Già prima della recente mobilitazione migliaia di uomini avevano lasciato il paese per evitare di finire al fronte, spesso attraversando a nuoto il fiume Tibisco, che separa l’Ucraina dalla Romania. Con la polizia che pattuglia le strade delle città in cerca di uomini in età da arruolamento, cioè tra i venticinque e i sessant’anni, molti si sono dati alla macchia”.
Secondo il quotidiano statunitense, “le loro paure sono confermate anche da diversi analisti militari, convinti che ormai le truppe ucraine siano mal attrezzate e addestrate in modo inadeguato. Il colonnello Volodymyr Novosjadyj, responsabile degli arruolamenti a Kiev, ha spiegato che l’addestramento dura almeno un mese e che le reclute appena mobilitate sono trattate con comprensione ed empatia. Ma ha anche precisato che ‘ogni cittadino ucraino deve accettare che c’è un dovere da compiere per la difesa del paese’. Finora molti ucraini si sono arruolati volontari per senso di responsabilità. Da quando è stata approvata la nuova legge sulla mobilitazione, ad aprile, circa 1,6 milioni di uomini si sono registrati o hanno aggiornato la loro posizione negli elenchi online dell’esercito, il primo passo verso una possibile chiamata alle armi”.
“Ma fin dall’inizio della guerra l’arruolamento è stato gestito in modo abbastanza caotico, e molti hanno usato la corruzione per evitarlo. Non c’era un ordine per le chiamate, e il governo si è limitato a distribuire le cartoline senza alcun criterio”, spiega il giornale. “La nuova legge prevede che tutti gli uomini in condizione di prestare servizio si debbano registrare in appositi elenchi, da cui saranno poi selezionati gli arruolati. Secondo il sociologo Tymofij Brik i sondaggi ‘indicano che tra i cittadini ucraini la volontà di difendere il paese è ancora dominante’, con circa un terzo di loro che si dice pronto a servire nell’esercito. Tuttavia la mobilitazione ha causato delle dolorose divisioni nella società. I reclutatori sanno che la gente scappa alla loro vista. E molti soldati al fronte non nascondono più la rabbia verso le persone che cercano di evitare la chiamata, accusandole di indebolire gli sforzi dell’esercito”.
Tutti al fronte
“Per gran parte dei primi due anni di guerra”, continua il New York Times, “l’esercito ucraino ha evitato mobilitazioni di massa, preferendo affidarsi alle decine di migliaia di volontari che avevano deciso di andare a combattere dopo l’invasione russa del febbraio 2022. Ma dalla fine dell’estate 2023, in seguito al fallimento della controffensiva ucraina e ai ripetuti attacchi delle forze russe, è diventato chiaro che c’era bisogno di nuovi soldati”.
Molti ucraini che stanno cercando di evitare la chiamata alle armi puntano il dito contro il processo di mobilitazione che, accusano, “non prende in considerazione le capacità e le condizioni fisiche degli individui e manda tutti verso una morte più che probabile. I controlli medici sono spesso poco accurati e l’addestramento è troppo breve”.
“Gli ufficiali che si occupano dell’arruolamento, e che spesso sono veterani di guerra, svolgono un lavoro molto complicato, considerata l’ostilità che devono affrontare, osserva il colonnello Novosjadyj. Lo fanno non perché ci provino gusto, ma perché sanno che è assolutamente necessario avere nuovi soldati su cui contare. Eppure”, conclude il New York Times, “per molti ucraini l’intensificarsi della campagna di mobilitazione è motivo di preoccupazione”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1572 di Internazionale, a pagina 62. Compra questo numero | Abbonati