Perseguire i crimini oltreconfine è difficile. Spesso le sentenze di un paese non sono applicabili in un altro, soprattutto quando mancano gli accordi d’estradizione. Per rimediare al problema, scrive l’Economist, sono state create istituzioni in grado di operare in gran parte del pianeta, come la Corte penale internazionale e l’Interpol. La meno nota è la Financial action task force (Fatf), che probabilmente ha anche il compito più difficile: impedire ai criminali di spostare soldi in giro per il mondo. Purtroppo gli ampi poteri della Fatf sono nelle mani di leader che cercano di sfruttarli contro i loro oppositori, una situazione che richiede una riforma dell’istituzione. Gli abusi sono commessi spesso in paesi guidati da regimi autoritari, come la Bielorussia e l’Egitto, ma ci sono frequenti forzature anche in importanti democrazie, tra cui l’India e la Turchia. I governi “non hanno bisogno di presentare prove schiaccianti per incriminare una persona. Così alcuni funzionari riescono a far congelare le attività di dissidenti in esilio, giornalisti e attivisti per i diritti umani, quasi sempre innocenti”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1572 di Internazionale, a pagina 95. Compra questo numero | Abbonati