Il 19 luglio il tribunale di Ekaterinburg, in Russia, ha condannato a 16 anni di carcere Evan Gershkovich, giornalista statunitense del Wall Street Journal. Gersh­kovich è accusato di spionaggio, ma non sono mai state presentate prove della sua colpevolezza e le accuse sembrano motivate politicamente. Gershkovich, il primo giornalista statunitense arrestato in Russia dai tempi della guerra fredda, è stato fermato dai servizi segreti russi nel marzo 2023, mentre lavorava a un articolo sulle operazioni del gruppo Wagner. Da allora è rimasto per più di un anno in detenzione preventiva. “Arrestare persone innocenti e tenerle in ostaggio è diventata una strategia della Russia, un modo per mettere in imbarazzo i nemici e per liberare una spia o un criminale con uno scambio di prigionieri”, scrive il Wall Street Journal.

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Questo articolo è uscito sul numero 1573 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati