“L’ordine è tornato nelle strade inglesi, ma l’umore del paese rimane inquieto”, scrive il New Statesman in un articolo sulle violente proteste contro l’immigrazione organizzate da gruppi di estrema destra all’inizio di agosto. Le rivolte sono scoppiate dopo l’omicidio di tre bambine durante un saggio di danza nella cittadina di Southport, quando alcuni gruppi ultranazionalisti hanno diffuso la voce che il colpevole fosse un immigrato musulmano arrivato nel Regno Unito illegalmente. La notizia era falsa, ma ha scatenato scontri in diverse città del paese, soprattutto nel nord, repressi con decisione dal governo del premier laburista Keir Starmer. “In Inghilterra non c’è nessuna guerra civile. Ma le rivolte, che ci sono state nelle regioni più povere, mostrano profonde fratture di classe, geografiche e sociali”, scrive il settimanale. “Se Starmer vuole davvero impegnarsi a cambiare il paese, dovrà colpire duramente gli estremisti di destra, ma anche cercare di includere in una nuova storia nazionale tutti quelli che si sentono esclusi e abbandonati dalla politica: gli abitanti dell’Inghilterra più arretrata, le persone che non votano, impoverite ed emarginate”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati