Il ragazzo che leggeva Verne della scrittrice madrilena Almudena Grandes è il racconto della guerriglia di Cencerro, un leggendario partigiano comunista che dal 1947 al 1949 firmava le banconote scrivendoci sopra “Così paga Cencerro”. Per non essere catturato Cencerro si uccise e i franchisti esibirono il suo cadavere in piazza invitando la folla a una “festa di brutalità”. Il narratore di questa cruenta pagina del dopoguerra franchista è Nino, il figlio di nove anni di una guardia civile che vive in una caserma, un bambino a cui dicono che le urla dei torturati nella stanza accanto vengono da un film. Tutti da quelle parti vivono in un clima di delazione costante. Questo è un romanzo di avventura e di terrore raccontato dalla voce di un bambino combattuto tra ciò che vorrebbe e ciò che ha. E il terrore è una spirale che avviluppa tutta la società, dall’alto al basso ma, come scrive l’autrice, “sono quelli più in basso che finiscono per essere sia strumenti del potere sia vittime”. Uno studio del comportamento umano al di là delle ideologie.
Carmen Sigüenza, Público

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 77. Compra questo numero | Abbonati