All’inizio del 2024 un sito giapponese che vende manga è stato informato da un fornitore di servizi di pagamento che alcuni dei suoi prodotti costituivano una violazione delle regole di un circuito internazionale di carte di credito e che il rivenditore rischiava sanzioni molto salate. I prodotti incriminati erano alcuni fumetti i cui contenuti molto espliciti, in particolare quelli che vedono coinvolti personaggi molto giovani, fuori dal Giappone sono considerati illegali. Per i rivenditori online si tratta quindi di togliere dal commercio determinati articoli o comunque di impedirne il pagamento attraverso alcuni circuiti. In Giappone la vicenda ha rilanciato un dibattito sui manga che va avanti da anni. C’è chi vede anche in una minima limitazione l’inizio della fine della libertà d’espressione, mentre non mancano critici preoccupati da contenuti che possano causare abusi o discriminazioni. Intanto si possono studiare dei compromessi (per esempio dei filtri tematici o per età) che mettano d’accordo le esigenze di tutti.
Nikkei Asia

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1578 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati