Con così tante crisi politiche e umanitarie in tutto il mondo, la musica si può ancora considerare una cosa essenziale? Uno sguardo alla Birmania potrebbe suggerire che la risposta è sì. Anche se il paese del sudest asiatico è in preda a uno dei peggiori conflitti nazionali della sua storia, dopo la pandemia nella capitale Yangon si è affermata una scena musicale elettronica underground. Il movimento è guidato da locali come il Red Room, da feste itineranti come l’evento techno Ftv, che si tiene in discoteche ma anche in edifici abbandonati, e da producer come LnHD, capace di combinare i suoni tradizionali birmani con la musica da rave. Durante il lockdown i birmani sono stati esposti a nuovi generi di musica tramite piattaforme come TikTok e il format di YouTube Boiler Room. Con il colpo di stato, le università e molte scuole superiori sono state chiuse e il lavoro scarseggia. Questo ha creato una sete di espressione artistica. Lynn Nandar Htoo, in arte LnHD, considera la dj queer Lalit, nata negli Stati Uniti ma trapiantata a Yangon, la sua principale fonte d’ispirazione. “Dobbiamo crescere insieme. Abbiamo bisogno di una comunità che ci faccia sentire al sicuro e che ci sostenga a vicenda”, spiega LnHD. “Non possiamo fare nulla contro la guerra o il colpo di stato”, afferma Devasix, uno dei fondatori della Ftv, “Quindi pensiamo solo alla techno. Nel pubblico c’è tanta rabbia e questo sentimento si trasmette nella musica”.
Mike Steyels,
Bandcamp daily

Lalit (dr)

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Questo articolo è uscito sul numero 1582 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati