Situata al confine con il Sudan, la città di Adré, in Ciad, è diventata il punto di passaggio per le famiglie sudanesi che fuggono dalla guerra civile e dalla carestia. Alcuni diplomatici hanno definito quella in corso in Sudan la “peggiore crisi umanitaria del mondo”. Negli ultimi due anni più di 600mila persone sono state costrette a trovare rifugi di fortuna in zone di confine non sicure. Altre dieci milioni sono sfollate all’interno del Sudan, dove il conflitto è cominciato nell’aprile 2023.

Chi arriva in Ciad, per lo più donne e bambini, dipende interamente dall’aiuto delle organizzazione umanitarie. “Per ricevere assistenza però devono prima essere registrate dalle autorità e questo può richiedere giorni”, spiega il fotografo italiano Nicolò Filippo Rosso, che ha visitato i campi profughi in Ciad all’inizio dell’estate 2024, viaggiando con gli operatori dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e dell’Organizzazione mondiale della sanità.

La vicinanza con il Sudan rende la città di Adré un posto poco sicuro. Ci sono bande che fanno irruzione nei campi di notte e un intenso traffico di armi. Inoltre molte donne e ragazze raccontano di aver subìto violenze. I servizi igienici sono scarsi e questo mette a rischio la salute dei rifugiati che spesso si ammalano di malaria o di covid.

“Una volta ho incontrato una donna appena arrivata al campo profughi di Adré con i suoi figli. Era incinta e stava per partorire. Mi ha detto che i suoi bambini erano esausti per il viaggio, avevano la febbre alta e non mangiavano da settimane”, ha raccontato Rosso. “Ho già documentato i flussi migratori in America Latina, ma in Ciad è stata la prima volta in cui ho avuto la sensazione che non potesse essere peggio di così”. ◆

Una ragazza cerca di mettersi al riparo da una tempesta di sabbia.
Una bambina sudanese di otto anni ad Abutengue, in Ciad.
Una donna di 24 anni e suo figlio di due aspettano di essere visitati nell’ospedale gestito da Medici senza frontiere ad Abutengue, a poche ore da Adré.
Rifugiati sudanesi aspettano di ricevere i pasti distribuiti da un’organizzazione umanitaria ad Adré
Un rifugiato sudanese di 27 anni riceve una protesi in una clinica gestita dall’associazione Handicap international nel campo profughi di Abutengue, in Ciad
Donne e bambini sudanesi si registrano presso le autorità ciadiane al loro arrivo ad Adré
Due ragazze partecipano a un matrimonio nel campo profughi di Adré. Sono fuggite da Al Geneina, nel Darfur Occidentale e sono arrivate in Ciad con le loro famiglie.Vorrebbero riprendere gli studi all’università

Nicolò Filippo Rosso è un fotografo documentarista italiano che vive tra gli Stati Unitie il Sudamerica.

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Questo articolo è uscito sul numero 1586 di Internazionale, a pagina 66. Compra questo numero | Abbonati