◆ È ancora presto per esserne certi, ma le emissioni di gas serra della Cina potrebbero aver raggiunto il picco nel 2023, quando l’economia del paese si è ripresa dalle conseguenze della pandemia di covid, scrive New Scientist. Da allora, grazie all’enorme quantità di energia eolica e solare che ha raggiunto la rete elettrica nazionale e al calo delle emissioni nel settore edile, tra luglio e settembre 2024 la quantità di anidride carbonica prodotta è rimasta invariata, dopo essere scesa dell’1 per cento nel secondo trimestre dell’anno. Questo significa che le emissioni del 2024 potrebbero rimanere invariate rispetto ai livelli complessivi del 2023 o addirittura scendere leggermente, spiega nella sua analisi per il sito Carbon brief Lauri Myllyvirta, del Centre for research on energy and clean air, in Finlandia.
Nel suo piano sui cambiamenti climatici presentato alle Nazioni Unite, la Cina ha promesso di raggiungere il picco delle emissioni di gas serra prima del 2030 e di diventare un paese a zero emissioni nette di anidride carbonica entro il 2060. Ma gli esperti avvertono che il piano non è abbastanza ambizioso, dato l’enorme impatto della Cina sul clima della Terra, in quanto principale emettitore al mondo. Se la Cina avesse davvero raggiunto il picco, sarebbe quindi una notizia incoraggiante, ma va ricordato che insieme all’energia da fonti rinnovabili, nel paese continua a crescere anche l’uso di energia prodotta dal carbone (+2 per cento) e dal gas (+13 per cento).
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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati