“La tecnologia si è trasformata in religione”, scrive Greg Epstein nel suo provocatorio saggio Tech agnostic. Epstein, è un cappellano che si divide tra Harvard e l’Mit, e da “ateo” (cioè umanista) sostiene che fra tecnologia e religione ci sono ormai tantissimi parallelismi. Entrambe hanno i loro dei; le aziende della Silicon valley e i migliori culti sono considerati onnipotenti e si appoggiano a istituzioni che hanno accumulato ricchezze infinite. Qualsiasi giornalista abbia frequentato la Silicon valley può confermare che le aziende tecnologiche coltivano la segretezza e regole uniche, degne di ordini monastici. Richiedono voti di fedeltà in forme di accordi di non divulgazione e patti di non concorrenza. Nella prima metà, _Tech agnostic _descrive bene come le aziende tecnologiche hanno convinto il pubblico a credere nella loro missione e nei loro cavalieri. Nella seconda parte Epstein si perde in una lunga litania di preoccupazioni fin troppo familiari sui “pericoli” della tecnologia. Rimane una bella intuizione a cui il libro forse non rende piena giustizia. The Economist

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Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati