Secondo il primo studio economico globale sull’impatto delle nuove tecnologie sulla creatività umana, nei prossimi quattro anni gli operatori dell’industria musicale perderanno quasi un quarto del loro reddito a causa dell’intelligenza artificiale. Anche i lavoratori del settore audiovisivo vedranno il loro reddito ridursi di più del 20 per cento, mentre il mercato dell’intelligenza artificiale generativa crescerà di tre miliardi di euro all’anno fino a raggiungere i 64 miliardi di euro nel 2028. I risultati dello studio sono stati resi noti il 4 dicembre a Parigi dalla Confederazione internazionale delle società di autori e compositori (Cisac), che rappresenta più di cinque milioni di persone in tutto il mondo. Secondo la Cisac, l’impennata dell’intelligenza artificiale arricchirà solo le grandi aziende tecnologiche. Il rapporto prevede che entro il 2028 la crescita dell’ia generativa rappresenterà circa il 20 per cento dei ricavi delle piattaforme di streaming musicale tradizionali e circa il 60 per cento di quelli dei cataloghi musicali. Gli sviluppatori e i fornitori di ia nel settore musicale guadagneranno quattro miliardi di euro (da 0,1 miliardi di euro nel 2023) e cinque miliardi di euro nel settore audiovisivo. Si tratterà di entrate “derivanti direttamente dalla riproduzione senza licenza delle opere dei creatori di contenuti. Questo è un trasferimento di valore economico dai creatori alle aziende di ia”, avverte il rapporto.
Kelly Scanlon,
Far Out

Getty

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Questo articolo è uscito sul numero 1592 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati