Un disco che porta le impronte dei produttori Danny L Harle e A.G. Cook fa saltare di gioia ogni fan del pop sperimentale. Harle e Cook sono all’origine di alcuni dei migliori dischi di elettronica dell’ultimo decennio e stavolta hanno perfezionato l’equilibrio tra tristezza ed euforia che infesta i nebbiosi paesaggi onirici della cantante e produttrice francese Oklou. Dal 2014 l’artista, al secolo Marylou Mayniel, ha pubblicato una serie di ep per i quali ha ricevuto l’attenzione internazionale e nel 2020 ha pubblicato il suo primo mixtape completo. Choke enough è il disco di debutto di Oklou e il coronamento del suo potere stregonesco, che costruisce un mondo fluttuante e pastorale in brani come Harvest sky, una fantasia pagana in cui Mayniel invoca la “regina degli spaventapasseri”. Allo stesso modo i fiati (in Thank you for recording) e gli archi (in Want to wanna come back e Blade bird) conferiscono all’album un’atmosfera folcloristica. Antico e futuribile, sintetico e umano: queste dualità racchiudono Choke enough, un’impressionante fantasia creata da una delle artiste più visionarie del pop sperimentale contemporaneo.
April Clare Welsh, Bandcamp Daily
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Questo articolo è uscito sul numero 1601 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati