Ton Molina, NurPhoto/Getty

Il 18 febbraio l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ( nella foto ), di estrema destra, è stato incriminato per aver pianificato un colpo di stato. L’obiettivo era impedire l’insediamento del successore Luiz Inácio Lula da Silva, vincitore delle elezioni del 2022. Bolsonaro è accusato anche di aver cercato di sovvertire con la violenza lo stato di diritto democratico e di organizzazione criminale armata. In caso di condanna, l’ex presidente rischia tra i dodici e i quarant’anni di prigione. Il processo, scrive la Folha de S.Paulo, dovrebbe tenersi quest’anno per evitare sovrapposizioni con le elezioni previste nel 2026. “Secondo un sondaggio condotto dall’istituto Datafolha e pubblicato il 14 febbraio, solo il 24 per cento dei brasiliani valuta in modo positivo la gestione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Sono undici punti percentuali in meno rispetto alla metà di dicembre del 2024”, scrive la rivista Carta Capital. Per il 41 per cento dei cittadini la sua presidenza è addirittura “pessima o discutibile”. Le cause principali di questo calo di popolarità, che non è mai stata così bassa, sono l’inflazione e l’aumento dei prezzi di alcuni generi alimentari, come carne, caffè, latte e derivati.

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Questo articolo è uscito sul numero 1602 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati