Il 16 febbraio circa cinquemila persone si sono radunate a Mosca sulla tomba di Aleksej Navalnyj e altre migliaia hanno deposto fiori nei memoriali sparsi in tutta la Russia per ricordare il dissidente nel primo anniversario della sua morte, avvenuta in un campo di lavoro oltre il circolo polare Artico in circostanze mai chiarite. Secondo il Barents Observer quasi trenta persone sono state arrestate. Come ricorda il sito Meduza,
Navalnyj – il più noto oppositore russo, scampato a un tentativo di avvelenamento nel 2020 –“è morto in una remota prigione nel nord della Russia. Gli investigatori di stato hanno attribuito il suo decesso a una combinazione di problemi di salute. Tuttavia, la struttura dov’era recluso è da tempo nota per il brutale trattamento dei prigionieri, e prima della morte Navalnyj aveva più volte presentato denunce per abusi”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1602 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati