Bucarest, 15 marzo 2025 - Andrei Pungovschi, Getty
Bucarest, 15 marzo 2025 (Andrei Pungovschi, Getty)

Il 15 marzo è stata una giornata di mobilitazione in Europa centrorientale. Oltre alla manifestazione di Belgrado contro il governo di Aleksandar Vučić, altri cortei si sono svolti a Budapest e a Bucarest. Nella capitale ungherese cinquantamila sostenitori del partito di opposizione Tisza – di centrodestra e guidato da Peter Magyar, già deputato del partito al potere Fidesz – sono scesi in piazza contro il primo ministro ultraconservatore Viktor Orbán. Poche ore prima, scrive la Reuters, lo stesso Orbán aveva promesso un giro di vite contro “l’esercito ombra” di giornalisti, giudici, politici e ong critici verso il suo governo e “pagati da Bruxelles e dagli Stati Uniti”. Il 18 marzo, inoltre, il parlamento ungherese ha approvato una legge, proposta dal partito di Orbán, che rende illegale la manifestazione del Pride. In Ungheria le elezioni legislative si terranno nel 2026. In Romania, invece, migliaia di persone hanno manifestato a Bucarest a favore dell’Unione europea e del consolidamento dello stato di diritto e della democrazia, scrive Agerpress. La settimana prima il centro della città era stato teatro delle proteste dei sostenitori del candidato di estrema destra filorusso Călin Georgescu, vincitore del primo turno delle presidenziali del novembre 2024, annullate dalla corte costituzionale romena, e poi estromesso dal nuovo voto, in programma a maggio.

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Questo articolo è uscito sul numero 1606 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati