Il 3 luglio Rekha Jayay, che vive in un villaggio nel distretto di Hathras, nell’Uttar Pradesh, l’ha scampata per un pelo. Aveva lasciato da appena mezz’ora la struttura che ospitava il raduno del leader spirituale Bhole baba, quando una ressa ha causato la morte di più di 120 devoti, in maggior parte donne. Molte, come Rekha, appartenevano alla comunità jatav dalit, la stessa da cui viene Bhole baba.
Il baba (un titolo onorifico delle guide spirituali in vari paesi asiatici) in realtà si chiama Suraj Pal ed è un ex poliziotto. Andato in pensione in anticipo negli anni novanta, ha cominciato a tenere satsang (eventi religiosi indù) e nel giro di due decenni ha conquistato un grande seguito, in particolare tra i dalit dell’Uttar Pradesh e in alcune zone dei vicini Madhya Pradesh e Rajasthan. I suoi seguaci attribuiscono questa popolarità al potere miracoloso di guarire dalle malattie. Molti citano un episodio del 2000, quando Pal sottrasse il corpo di una ragazza morta alla sua famiglia, sostenendo che l’avrebbe riportata in vita. Anche se poi è stato arrestato in base alla legge sui rimedi magici per pubblicità ingannevole, grazie a quella vicenda è diventato molto popolare. Secondo gli studiosi ci sono ragioni più profonde per cui leader spirituali di origini dalit hanno conquistato un enorme seguito nelle loro comunità. L’induismo basato sulle caste da sempre discrimina i dalit, che cercano quindi un sostegno spirituale fuori dalla religione tradizionale. Molti attivisti per i diritti dei dalit temono che questa crescente religiosità possa fare da apripista all’hindutva (l’ideologia ultranazionalista indù promossa dal governo) e indebolire il sostegno a politiche anticasta più radicali.
Al raduno di Hathras hanno partecipato più di 250mila persone, anche se l’autorizzazione era per 80mila. Secondo i primi rapporti della polizia, l’incidente è avvenuto alla fine dell’evento, quando un gruppo di fedeli ha cominciato a spingere in avanti per raccogliere la polvere dal sentiero che Pal aveva percorso andandosene, considerata curativa. Rekha Jatav, che frequenta i raduni di Pal da più di diciotto anni, racconta di essere guarita dalle sue emicranie croniche. La sua vicina di casa, Meenu, sessant’anni, dice che per merito di Pal è riuscita a far sposare due delle sue figlie. L’incidente di Hathras non ha intaccato la popolarità del santone. Ramdas, che nella calca ha perso la moglie, non ha dato la colpa a lui. “Quand’è successo, lui se n’era già andato”, spiega.
Pal non è stato citato nel primo rapporto scritto dalla polizia dopo l’incidente perché, secondo Dipesh Bharadwaj, un giornalista di Hathras, il governo temeva la reazione dei seguaci. Ramdas fa notare che, a differenza di altri leader spirituali, Pal non ha mai chiesto donazioni durante i suoi satsang. Altri hanno parlato in termini positivi dei suoi insegnamenti sull’importanza di essere gentili e sinceri e liberi dai vizi.
Una religiosità alternativa
La popolarità di Pal riflette il desiderio dei dalit di rivendicare per se stessi una religiosità alternativa, spiega Yogesh Snehi, docente alla School of liberal studies dell’università Ambedkar di New Delhi. “Le religioni non sono solo una questione di insegnamenti, sono anche associazioni e appartenenza”, dice Snehi . “Le associazioni non nascono solo dalla partecipazione, ma anche dal modo in cui funziona un culto. Chi è il sacerdote? Chi gestisce il santuario? I dalit non ricoprono nessuno di questi ruoli nell’induismo ufficiale o nel sikhismo”.
Asha Kowtal, attivista per i diritti delle donne, concorda sul fatto che tra i seguaci di leader spirituali come Pal si crea un’affinità. “E spesso tra le donne è più forte, perché sono discriminate anche tra le mura domestiche”, spiega Kowtal. “Quindi cercano uno spazio in cui si sentono ascoltate”. Molti attivisti però sono preoccupati. A loro avviso questi leader spirituali sono considerati dei semidei o addirittura incarnazioni di divinità indù, e questo indebolisce l’impostazione pensata da Bhimrao Ambedkar, l’architetto della costituzione indiana che apparteneva alla comunità dalit ed era critico verso il sistema castale induista. “C’è un conflitto tra gli insegnamenti di Ambedkar e la popolarità di personaggi come Bhole baba”, commenta Sushma Jatav, responsabile del partito Azad samaj, che rappresenta gli interessi dei dalit, nel distretto di Hathras. “Ambedkar chiedeva ai dalit di seguire il buddismo al posto dell’induismo, ma anche Buddha nei suoi insegnamenti dichiarava di non essere un emancipatore. Nessuno può affermare di esserlo”. Asha Kowtal spiega che i rituali prescritti da santoni come Pal sono spesso “pratiche sanscritizzate (che cercano di alzare il livello sociale delle caste più basse adottando gli usi e le credenze di quelle più alte) con legami con l’induismo”. Lo stesso nome di Bhole baba, per esempio, è associato alla divinità indù Shiva. Dopo l’incidente di Hathras, una donna che diceva di essere la sorella di Pal ha dichiarato a di aver visto Shiva apparire sulla punta del dito del guru. Alcuni fedeli considerano Pal un’incarnazione di un’altra divinità indù, Krishna. Sua moglie è spesso chiamata Laxmi, la divinità indù della ricchezza e della prosperità. “È nell’interesse della Rashtriya swayamsevak sangh (Rss, l’organizzazione paramilitare ultranazionalista indù) e del Bharatiya janata party (Bjp, al governo) che i dalit comincino ad adottare pratiche riconducibili all’induismo”, spiega Kowtal. “Questo indebolisce la forza della politica anticasta ispirata da Ambedkar”.
Problemi quotidiani
Bhanwar Meghwanshi, attivista dalit del Rajasthan, dice che i leader spirituali offrono uno spazio ai dalit esclusi dalle religioni organizzate, ma in realtà usano la loro influenza per diffondere una versione più morbida dell’hindutva.“In sostanza questi baba creano uno spazio per le tradizioni braminiche (quella dei bramini è la casta più alta) anche tra i gruppi di caste inferiori.
Alcuni studiosi però contestano l’idea che la popolarità di Pal possa essere in conflitto con la politica anticasta. Secondo S. Jodhka, che insegna al Centro per lo studio dei sistemi sociali all’università Jawaharlal Nehru di New Delhi, tra i dalit possono coesistere la venerazione per Ambedkar e quella per i leader spirituali. “La gente si rivolge ai baba per risolvere i problemi quotidiani”, dice Jodhka, aggiungendo che “nel Punjab spesso si trovano foto di Ambedkar nelle sedi delle organizzazioni religiose”. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1571 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati