Gennaro Sangiuliano, al centro con gli occhiali, al Parco archeologico di Pompei, 29 maggio 2023 (Manuel Dorati)

La ripresa dopo la pausa estiva non è stata facile per il governo italiano: la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha subito dovuto sostituire un ministro. Sono cose che capitano, ma raramente in circostanze così spettacolari e imbarazzanti. Le dimissioni del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano sono state precedute da una farsa che per settimane è andata in scena su tutti i mezzi d’informazione. E che probabilmente riserverà ancora altri fatti eclatanti, anche se il nuovo ministro della cultura è già stato nominato: è Alessandro Giuli, giornalista politico di destra senza tessera di partito, presidente della fondazione Maxxi, che gestisce l’omonimo museo di arte contemporanea.

Le lacrime

Protagonisti della farsa sono Sangiuliano, detto “Genny”, e la dama bionda, Maria Rosaria Boccia, di Pompei, vicino a Napoli. La trama: il ministro, 62 anni, ha una relazione con l’imprenditrice e influencer di moda nuziale, di venti anni più giovane, viaggia insieme a lei per eventi istituzionali, la fa entrare negli uffici governativi, le promette una nomina ufficiale ma non retribuita a consigliera del ministro per i grandi eventi – e poi la scarica. A quel punto Boccia ha usato i social media per la sua vendetta, ripresa da tutti i giornali e le televisioni. Rai 1, particolarmente vicina al governo, ha dato spazio in prima serata a un’intervista a Sangiuliano in cui il ministro, pochi giorni prima di dimettersi, ha ammesso la relazione sentimentale e si è scusato con la moglie e con i suoi collaboratori. Ha negato però di essere ricattabile, respingendo anche un’altra accusa politicamente rilevante: che Boccia abbia viaggiato con lui a spese dello stato. Ha rassicurato di aver pagato tutto di tasca propria. L’intervista si è conclusa con le lacrime del ministro davanti alle telecamere. Una scena che non si addice a un esponente del governo.

Come ministro della cultura Sangiuliano si era già fatto notare per alcune dichiarazioni infelici. Per esempio quando ha detto che Times square è a Londra, anziché a New York, o quando ha affermato che Cristoforo Colombo si era basato sulle teorie di Galileo Galilei, nato più di settant’anni dopo la scoperta dell’America. Oppure quando ha definito Dante Alighieri, vissuto nel duecento, come uomo di destra.

Boccia, che su Instagram ha postato molte foto insieme all’ex ministro e aveva annunciato la sua presunta nomina a consigliera ministeriale, ha usato questo canale per contraddire, punto per punto, la versione della loro vicenda fatta da Sangiuliano, mettendolo sempre più nei guai. Tra le altre cose, ha pubblicato le foto di biglietti aerei che sarebbero stati pagati dal ministero, quelle di colloqui all’interno del ministero e di email per dimostrare che aveva già un ruolo all’interno dell’istituzione. Apparentemente sembra aver pianificato tutto, salvando le chat private con il ministro e altro. In un’intervista televisiva ha dichiarato di aver ascoltato molte telefonate di Sangiuliano e di averne visto le chat su WhatsApp.

Questo conduce alla seconda domanda posta dall’opposizione e dai mezzi d’informazione: quante procedure ministeriali conosceva e a quanti documenti confidenziali ha avuto accesso Boccia senza rivestire ufficialmente alcun ruolo istituzionale? Perché ha potuto partecipare ad alcuni appuntamenti istituzionali?

Per capire se l’ex ministro ha usato impropriamente dei fondi pubblici, la procura di Roma e la corte dei conti hanno aperto due indagini separate. Sangiuliano ha annunciato che i suoi legali stanno valutando se querelare Boccia per tentata estorsione e violazione della sfera privata. Lei non è intimorita: “O Sangiuliano racconta la verità o sarò costretta a raccontarla io, ma entrerebbero nel racconto molte altre donne”, ha detto durante l’intervista.

La presidente del consiglio Meloni, che inizialmente aveva escluso l’idea che Sangiuliano se ne andasse dicendo che si trattava di una questione privata, quando poi il ministro si è dimesso ha dichiarato: “Se qualcuno pensa che situazioni come quella di Sangiuliano possano indebolire il governo si sbaglia”.

Chissà che materiale conserva ancora la furente signora di Pompei. ◆ vf

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Questo articolo è uscito sul numero 1580 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati