Se i madrileni si vantano della porta di Alcalá, ad Alcalá de Henares la porta di Madrid funziona ancora oggi come accesso monumentale al centro storico. Forse questa porta non è famosa o celebrata come quella della capitale, ma oltre al suo significato storico ha un valore speciale per i cinefili: Stanley Kubrick la circondò di centinaia di comparse e la trasformò in un arco romano per le riprese di Spartacus. Questo angolo di Alcalá de Henares è un punto fantastico per attraversare le antiche mura medievali e addentrarsi in strade che appartengono a un complesso riconosciuto come patrimonio dell’umanità.

Sono molte le parole che vengono subito in mente quando si pensa a questo posto, nella comunità autonoma di Madrid. Per esempio università _e _complutense, termini che alludono a due momenti chiave della storia locale: la fondazione dell’ateneo di Alcalá all’epoca dei re cattolici; e le origini remote, in epoca romana.

Alla fine del primo secolo avanti Cristo i romani fondarono Complutum, un insediamento che si sviluppò nel tempo e i cui resti sono ancora visibili a sud della città. In centro si può visitare il museo archeologico e paleontologico che conserva molti reperti, tra cui i grandi mosaici che decoravano le abitazioni.

La memoria di quell’epoca remota è evocata anche dalla via Complutense, ancora in uso, che segue il tracciato dell’antica strada romana che collegava le città di Augusta Emerita e Caesar Augusta, oggi Mérida e Saragozza. Tra l’altro, la via Complutense è fiancheggiata dalle antiche mura di Alcalá e da decine di sculture contemporanee di artisti come Eduardo Úrculo, Amadeo Gabino e Pablo Serrano, dando vita a un dialogo artistico molto suggestivo tra passato e presente.

Plaza Cervantes ad Alcalá de Henares, Spagna, 14 settembre 2021 (Vali Lung, Alamy)

L’università era ed è ancora il tratto più distintivo. La fondò alla fine del quattrocento il potente cardinale Cisneros: la prima università di studi umanistici della Spagna, che ha favorito lo sviluppo dell’intera città. L’ateneo svolge questo ruolo ancora oggi, perché la popolazione studentesca, proveniente da contesti molto diversi, continua a essere molto numerosa. Naturalmente anche i monumenti sono un segno distintivo dell’identità complutense, a cominciare dal collegio di san Ildefonso. Osservando la sua imponente facciata da plaza San Diego, scopriamo diverse sculture che sono un simbolo dei saperi impartiti in questa città. Attraversando il portone entriamo nei cortili di santo Tomás de Villanueva, dei filosofi e in quello trilingue, intorno a cui si distribuivano le aule e le sale che oggi ospitano il rettorato e fanno da palcoscenico a eventi come la consegna del premio Cervantes.

È degna di nota anche la cappella di san Ildefonso, dove c’è il mausoleo del cardinale Cisneros. La cappella però è vuota: i resti del cardinale si trovano nella vicina cattedrale dei santi Justo e Pastor, un tempio di origine medievale il cui aspetto attuale è in gran parte dovuto al rinnovamento promosso dallo stesso cardinale.

In realtà la trasformazione voluta da Cisneros andò ben oltre gli edifici e i monumenti. Alcalá è caratterizzata dalla sua concezione di città universitaria totale: non furono costruite solo le aule per tenere le lezioni o le stanze per alloggiare gli studenti, ma anche le infrastrutture per l’amministrazione universitaria e per l’assistenza ai malati, e l’istituto aveva delle sue leggi specifiche.

Lo spirito di comunità educativa sopravvive ancora, e sparse per il centro si vedono molte facoltà. Questi templi del sapere esercitano un grande fascino perché occupano spazi storici. La sede di architettura, per esempio, è nel convento dei Carmelitani calzati, mentre quella di economia è nel collegio di san Francisco de Paula.

Alcalá de Henares merita una visita anche solo per respirare quest’atmosfera universitaria. Ma ospita anche un’altra attrazione che richiama centinaia di turisti ogni giorno dell’anno: la casa natale di Miguel de Cervantes, che è in calle Mayor de Alcalá, la strada con i doppi portici più lunga della Spagna.

Miguel de Cervantes venne al mondo nel 1547, e passò qui i primi anni. La sua casa natale è stata restaurata qualche tempo fa per ricreare le condizioni di vita di una famiglia agiata dell’epoca. Rodrigo de Cervantes, padre del futuro scrittore, era un medico chirurgo che forse arrivò in città per lavorare all’ospedale di Antezana, anch’esso in calle Mayor e adiacente alla casa.

La visita all’abitazione dello scrittore è d’obbligo e gratuita. Qui sono esposti mobili storici ed edizioni del Don Chisciotte di varie epoche e lingue.

Lo spiritoso nobile e il suo bonario scudiero si occupano di accogliere i visitatori. Le sculture in bronzo a grandezza naturale dei due sono su una panchina in calle Mayor. Sembra che si stiano riposando dopo tante avventure, mentre aspettano che qualche sconosciuto si sieda accanto a loro, visto che sono diventati l’attrazione più fotografata della città. ◆ fr

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1578 di Internazionale, a pagina 72. Compra questo numero | Abbonati