Grace Anne Rieko non è una barbiera qualsiasi. In una sua giornata normale lavora al Genzee barber shop, di cui è proprietaria insieme a un amico, che si trova al Pionieer Building, nel quartiere degli affari di Nairobi, in Kenya. Quando ha un po’ di tempo libero, invece, la “regina dei barbieri”, il soprannome con cui è conosciuta sui social network, prende la cassetta degli attrezzi con dentro una macchinetta ricaricabile per tagliare i capelli e altri strumenti del mestiere, uno sgabello pieghevole e offre tagli gratis a chi vive in strada.Tutti la apprezzano per questo.
La filantropia di Rieko ha origine dal suo passato di povertà nella città di Busia, dov’è nata. Rimasta orfana da bambina, ha vissuto per strada e conosce bene il significato di un atto di gentilezza, anche il più piccolo. “Sono stata senza fissa dimora per tre mesi e ho visto come la gente maltratta chi vive così. Ho avuto la fortuna di poter lasciare quella vita grazie a un buon samaritano, ma quell’esperienza mi ha segnata. Ecco perché aiuto gli altri a trovare una via d’uscita, proprio come qualcuno ha fatto con me”.
Quando Rieko ha perso la madre i suoi due fratelli maggiori l’hanno lasciata alle cure della moglie del padre. “Lei ci ha abbandonati dopo la morte di mio padre, quando ero in quinta elementare. Sono andata a vivere con una zia e sono riuscita a finire la scuola. Ma è stato difficile proseguire gli studi. Di mattina andavo a scuola e di sera vendevo chang’aa (una birra illegale) per guadagnare i soldi che servivano per la retta e il cibo”, racconta. Alcuni clienti, però, la molestavano, così ha abbandonato la scuola al secondo anno delle superiori perché non riusciva più a pagare l’iscrizione.
Ha lavorato come domestica e poi in un albergo, ma la pagavano poco. È finita a fare la barbiera non perché avesse una formazione specifica, ma grazie a quel poco che aveva imparato intrecciando l’erba e i capelli degli altri bambini da piccola. “All’inizio ero in un salone di Busia. I parrucchieri mi chiedevano di lavare i capelli delle clienti. Praticamente facevo la sciampista. Con il tempo mi sono accorta che tagliare i capelli non era poi così difficile. Ci volevano venti o trenta minuti. Perciò mi sono detta: ‘Perché non imparare?’”, ricorda la donna, che ha 26 anni.
Ma è stato grazie a una cliente insoddisfatta che ha deciso di dedicarsi agli uomini anziché alle donne. “Le avevo intrecciato i capelli, ma il risultato finale non le era piaciuto. Mi ha costretto a ricominciare da capo”, ricorda. “Ero demoralizzata. Così ho deciso di lasciare il lavoro di parrucchiera e diventare barbiera”.
Nel 2018, dopo molti sacrifici, si è iscritta al Kisumu national polytechnic per studiare l’arte della rasatura maschile e poi si è trasferita a Nairobi in cerca di un impiego. Non è stato facile, soprattutto perché era una donna. “Ho trovato un posto da un piccolo barbiere nella località di Dandora, ma la paga era scarsa. Ero incinta e vivevo in un monolocale, ma ho risparmiato ogni scellino”, racconta Rieko, che ha un figlio.
“Quando mio figlio aveva un mese, sono tornata al lavoro. Ho risparmiato trentamila scellini (215 euro) e mi sono trasferita in una casa migliore. Alla fine ho trovato lavoro in un barbiere nel quartiere degli affari di Nairobi, e ho migliorato le mie competenze. I clienti avevano sempre più fiducia in me. Qui è nato il soprannome di ‘regina dei barbieri’”, racconta con un sorriso. Nel 2022, grazi ai risparmi accumulati, ha aperto il Genzee.
Lo stesso taglio
Quando Rieko non ha da fare al Genzee barber shop se ne va per le strade di Nairobi con il suo sgabello portatile e una cassetta degli attrezzi. All’inizio portava tutta l’attrezzatura dentro un borsone, poi un fornitore le ha regalato un kit professionale da barbiere che contiene tutto: la macchinetta per tagliare i capelli, lo spray per pulirla, le creme e perfino uno specchio. “Mi porto anche un sacchetto per rifiuti. Poi compro dell’acqua in bottiglia per strada”, spiega. Rieko va avanti così da mesi, e i clienti le sono grati.
L’ho vista in azione un pomeriggio nella zona di City market. Ancora non aveva finito di sistemarsi che un gruppetto di bambini e adulti che vivono per strada le si è radunato attorno. Un ragazzino le ha gridato: “Zietta, voglio lo stesso taglio dell’altra volta”. Era chiaro che la conoscevano bene e si fidavano di lei.
Ha cominciato con Edu, un ragazzo di circa trent’anni che ha chiesto lo stile mohicano. Con dei guanti usa e getta, ha cominciato a lavorare sui suoi capelli sporchi e pieni di pidocchi, insistendo su una rasatura totale. “Non ti tagli i capelli da tanto tempo. Questi devono sparire, amico mio”, gli ha detto con un sorriso. Poi ha passato a Edu uno specchio per fagli vedere il risultato. Lui era soddisfatto.
Con i bambini di strada non si limita a tagliare i capelli. Ne ha aiutati sei a tornare dalla famiglia. “Potrà sembrare una cosa da poco, ma per me è una grande vittoria”, dice. “Ho anche convinto qualche adulto a imparare il mestiere di barbiere e a lasciare la vita di strada. Per quelli più in difficoltà paghiamo gli affitti e compriamo cibo e vestiti”.
Rieko è convinta che la chiave per aiutare le persone è andare dove vivono. “Devi ascoltare le loro storie. E io riesco a farlo mentre gli taglio i capelli”, spiega. “Alcuni lottano contro una dipendenza, e se riesco a convincerne anche solo uno a smettere di drogarsi, ne è valsa la pena”.
La regina dei barbieri non è sola nelle sue spedizioni. “Vado sempre insieme a un amico che lavora con me al negozio. È lui che fa i video per TikTok”. Andare per strada, però, comporta qualche rischio. “Di recente sono stata nel parco di Jeevanjee gardens e ho incontrato dei ladri. Ora so che non ci devo tornare. Vado solo nei posti dove mi sento al sicuro e dove le persone hanno davvero bisogno di aiuto”.
Un’altra difficoltà riguarda i comportamenti inappropriati. “A volte i ragazzi di strada mi danno pacche sul sedere o mi fanno battute offensive. Ma non ci si può arrabbiare, vanno gestiti nel modo giusto. Se reagisci, potrebbero rubarti tutto o anche farti del male. Quindi io ci parlo e li rimprovero quando fanno qualcosa che non mi piace”, dice. E aggiunge: “Con molti di loro però ho costruito dei legami di amicizia, e in questa città nessuno oserebbe rubarmi qualcosa se ci sono loro nei paraggi”.
Rieko ha dovuto vedersela anche con i poliziotti. In diverse occasioni i suoi sforzi per aiutare i bambini di strada l’hanno esposta a dei rischi. “Una volta stavo tagliando i capelli nel parco di Jeevanjee e a un certo punto si presentano dei poliziotti in borghese che cominciano a picchiare i bambini e gli adulti di strada. Mi sono trovata in mezzo al caos e anche io sono stata malmenata”, ricorda.
La filantropia l’ha ripagata, e molti clienti adesso la conoscono grazie ai social network. Ha cominciato a postare video su Facebook e nel giro di poco tempo i suoi post sono diventati molto popolari. Nel 2023 è arrivata su TikTok. “Per gli affari TikTok è fantastico. Le persone vedono i miei video, sono interessate e vengono a trovarci al salone”, dice. Fare video, però, costa. “Ho un regista che si occupa delle riprese e, anche se taglio i capelli gratis, devo comunque pagarlo”, spiega.
Guardando al futuro, Grace spera di aprire una scuola per barbieri. “Molte delle persone che incontro per strada vorrebbero avere l’opportunità d’imparare questo mestiere. Se avessi una scuola tutta mia sarebbe più facile”, dice. “Al salone un buon taglio costa tra i mille e i tremila scellini (tra i 7 e i 21 euro), a seconda dello stile. Offriamo anche servizi di manicure, pedicure e ceretta”.
Qual è la sfida più grande che deve affrontare nel suo salone? “Avere a che fare con i clienti che non vogliono essere rasati da una donna”, risponde. ◆ gim
◆ 1998 Nasce a Busia, in Kenya.
◆ 2009 Dopo la morte dei suoi genitori, la moglie del padre la abbandona e lei va a vivere dalla zia.
◆ 2018 S’iscrive a una scuola per imparare le tecniche della rasatura maschile e diventa barbiera.
◆ 2022 A Nairobi apre insieme a un amico il Genzee barber shop, un salone per soli maschi.
◆ 2024 Comincia a girare le strade dei quartieri della città per tagliare gratis i capelli alle persone povere.
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Questo articolo è uscito sul numero 1589 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati