Quando Luigi XV voleva far sposare suo nipote con Maria Antonietta, il suo segretario Étienne Bouret andò a incontrarla. Al ritorno, racconta il dottor Dominique Gros nel suo libro Il seno svelato (1988), il re ebbe con lui questa conversazione:

“Ha un bel petto?”, gli chiese.

“Non mi sono preso la libertà di spingere lo sguardo fino a lì”.

“Bouret, siete uno sciocco, è la prima cosa da guardare nelle signore”.

Da sempre il seno è considerato un organo sessuale a sé stante e una zona erogena secondaria. Tuttavia è collocato geograficamente lontano dai genitali. Come si spiega questo legame con la sessualità? Probabilmente per gli esseri umani il seno ha un ruolo così importante nell’attrazione erotica perché camminano in posizione eretta: a differenza dei glutei, si trova all’altezza degli occhi ed è subito visibile. Molti scrittori hanno avanzato questa ipotesi. Théophile Gautier, per esempio, scriveva: “I seni, due mappamondi che si portano sul davanti, come una seconda natica…”. Oppure Paul Verlaine: “Le natiche, sorelle maggiori dei seni…”.

A quanto pare in un’epoca remota, in seguito al processo di verticalizzazione del corpo umano, i maschi hanno selezionato in via preferenziale le femmine con protuberanze toraciche simili a natiche come partner riproduttive. Molte donne sono consapevoli di questo effetto di attrazione. Lo testimonia, per esempio, l’uso di reggiseni push-up, a volte detti “massimizzatori”, o il ricorso a protesi mammarie. Anche se molte donne dicono che a loro importa soprattutto stare bene con il proprio corpo, è evidente che questo elemento di attrazione sessuale gioca un ruolo importante, a prescindere da quanto ne siano consapevoli.

La stimolazione del seno può provocare o far aumentare l’eccitazione sessuale. Come sottolinea ancora Dominique Gros nel suo libro, già André du Laurens, medico del re Enrico IV, scriveva che “la simpatia e l’ammirevole comunione esistente tra l’utero e le mammelle fa sì che, se manipolate e solleticate, esse incitino al combattimento di Venere”. Lo stesso Leonardo da Vinci ha realizzato uno straordinario disegno a matita in cui inventa una connessione tra i capezzoli e l’area vaginale e il modo in cui si attiverebbe durante la penetrazione.

Carezze e godimento

Il modo in cui il seno interviene nell’eccitazione sessuale è stato studiato in particolare dai famosi sessuologi statunitensi William Masters e Virginia Johnson nel loro libro Omosessualità: una nuova prospettiva (pubblicato in Francia nel 1980 con il titolo sorprendente di Les perspectives sexuelles, “Le prospettive sessuali”). Rispetto alle coppie eterosessuali, le donne omosessuali trascorrono molto più tempo ad accarezzarsi il seno (fino a dieci minuti) e toccano sia un seno sia l’altro, concentrandosi in particolare sui capezzoli. Questo provoca un’abbondante lubrificazione vaginale nel giro di pochi secondi. E il più delle volte le donne dicono di “trarre molto godimento da questa stimolazione del seno”. Vale la pena sottolineare che gli eterosessuali possono imparare molto dalle pratiche delle persone omosessuali. Gli uomini passano molto meno tempo ad accarezzare il seno e a far aumentare l’eccitazione della loro partner. D’altra parte spesso le donne eterosessuali dicono che per loro il seno non è una zona erogena importante, ma che lo è per il loro partner. In effetti gli uomini sembrano interessati al seno con il solo obiettivo di eccitare se stessi piuttosto che le loro compagne.

La donna non è l’unica a cui fanno effetto le carezze “pettorali”. Anche nell’uomo la stimolazione dei capezzoli può provocare o accentuare l’erezione. Tre quarti delle coppie omosessuali maschili praticano la stimolazione orale o manuale del petto durante i preliminari, cosa che porta immancabilmente a un’erezione. Nelle coppie eterosessuali, solo nel 3 o 4 per cento dei casi le donne si avvicinano ai capezzoli del partner e quando avviene è per poco tempo e senza provocare un’erezione. Certo, c’è chi dirà: “Per me non funziona”. Va specificato, però, che alcuni uomini potrebbero sentirsi confusi dalle strane sensazioni prodotte dalla stimolazione dei capezzoli, senza rendersi conto che potrebbe piacergli. Per le donne e per gli uomini eterosessuali, esplorare le carezze sul seno e fare più attenzione all’effetto che producono sull’altro può rivelarsi molto interessante.

La stimolazione del seno attiva inoltre il rilascio dell’ossitocina, l’ormone della produzione del latte e dell’orgasmo. Sia per gli uomini sia per le donne, quindi, le carezze sul petto possono contribuire ad accelerare l’arrivo del piacere sessuale. Le modalità di stimolazione più efficaci sono probabilmente quelle che riproducono la suzione di un neonato, perché provocano automaticamente il rilascio di ossitocina, indispensabile per ottenere il latte necessario per la sopravvivenza del bambino. ◆ gim

Da sapere
Protesi mammarie

◆ Nella storia si è provato in vari modi a ingrandire il seno delle donne, spiega la Bbc. Il silicone è stato usato per la prima volta in Giappone nel secondo dopoguerra: le donne che si prostituivano se lo iniettavano nel petto, non senza conseguenze, per piacere ai militari statunitensi. Negli anni cinquanta i medici statunitensi usavano protesi di spugna, ma il risultato era poco duraturo. La prima operazione di mastoplastica additiva con protesi di silicone è avvenuta nel 1962 negli Stati Uniti. La texana Timmie Jean Lind­sey era in ospedale per rimuovere un tatuaggio quando le fu proposto di sottoporsi all’operazione. I chirurghi erano Thomas Cronin e Frank Gerow. Era stato quest’ultimo, strizzando una sacca per il sangue, a ideare il nuovo tipo di protesi. Da allora sono stati fatti molti progressi. La mastoplastica additiva non è usata solo per aumentare il seno, ma anche dalle donne che hanno subìto una mastectomia a causa di un tumore.


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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati