Ho letto che sei padre di due gemelle e siccome ho appena saputo che lo sarò anch’io, vorrei sapere se hai qualche trucco del mestiere da condividere con noi. –Jacopo
Quindici anni fa, quando mi sono trovato nella tua situazione, ho fatto la stessa domanda a un’amica di mia madre che aveva due figlie gemelle ormai grandi. E lei mi ha raccontato un simpatico episodio: “Era il periodo in cui le bambine stavano togliendo il pannolino, e passavamo le giornate sul vasino in attesa di una pipì che non arrivava mai. Un giorno ho fatto l’errore di lasciarle due minuti da sole mentre andavo a girare il sugo – due minuti – e quando sono tornata le ho trovate che stavano mangiando la cacca!”.
Presa dal panico ha messo le bambine nella vasca da bagno, le ha lavate fino a consumarle, e nel frattempo ha chiamato il pediatra. E lui le ha chiesto: “Signora, hanno mangiato una la cacca dell’altra o ognuna la sua?’. La mamma non capiva: “Ognuna la sua, erano distanti, ma cosa cambia?!”. “Ah, allora non c’è problema”. “Insomma”, ha concluso l’amica di mia madre, “ho scoperto che mangiare la cacca degli altri fa male, ma la tua no”.
All’epoca ho pensato che quel racconto servisse solo a terrorizzarmi. Ma con il tempo ne ho capito il significato profondo: quando arriva un figlio, e ancora di più quando ne arrivano due insieme, si entra in un territorio inesplorato ed è impossibile essere pronti a quello che ci si troverà davanti. Ma qualunque cosa accada, nonostante il panico, le cose poi si rivelano meno spaventose di quello che sembra.
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Questo articolo è uscito sul numero 1447 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati