Di recente mia figlia ha vinto un piccolo premio letterario con un suo racconto autobiografico e, per quanto ne sia fiera, mi crea qualche pensiero il fatto che parli molto anche di me, e non sempre in tono lusinghiero. Starà cercando di dirmi qualcosa? –Lettera firmata
In Poverina (Blackie 2023) Chiara Galeazzi racconta in chiave ironica una sua disavventura medica e il successivo percorso di recupero. Alla presentazione del libro le ho chiesto perché nel racconto autobiografico di un momento così delicato i suoi genitori fossero quasi assenti.
“Volevo scrivere un libro che facesse ridere”, mi ha risposto. “E di base i miei genitori si sono comportati da genitori e non hanno fatto nulla di comico che potesse servire alla narrazione”. E poi, rivolgendosi al pubblico, ha detto: “Fate in modo che i vostri figli non debbano mai scrivere di voi!”, prendendosi un applauso.
La cosa interessante è che a presentare il libro quella sera c’era Veronica Raimo, autrice di Niente di vero (Einaudi 2022), un romanzo candidato al premio Strega, che è anche un racconto minuzioso, tenero e impietoso dei suoi genitori. La mamma e il papà di Raimo sono pieni di difetti e imperfezioni, eppure è impossibile non affezionarsi a loro. Probabilmente perché li conosciamo attraverso lo sguardo critico ma pieno d’amore della figlia.
Il fatto che tua figlia abbia scritto di te significa che ti ritiene una parte importante della sua narrazione e, anche se ha voluto tirarti qualche frecciatina, includendoti mostra il ruolo importante che hai nella sua vita.
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Questo articolo è uscito sul numero 1512 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati