Mi colpisce il clamore che hanno suscitato fenomeni televisivi come l’intervista a Ilary Blasi sulla sua separazione da Francesco Totti o l’ormai famoso spot della bambina con la pesca: l’Italia è stata davvero così plasmata dal modello di famiglia del Mulino Bianco che le è stato propinato per decenni? –Ennio
Negli anni settanta La casa nella prateria ci ha proposto l’idea di una famiglia che dorme tutta nella stessa stanza, lavora duramente, dove i figli non hanno diritto di parola e appena si arriva alla pubertà si spicca il volo. Negli anni ottanta abbiamo avuto Casa Keaton , dove i figli, decisamente più brillanti e interessanti dei genitori, potevano parlare e non avevano nessuna intenzione di sloggiare. Qualche anno dopo questo concetto è stato portato alle estreme conseguenze da Beverly Hills 90210 , dove a un certo punto i poveri genitori, per disperazione, spiccano il volo e lasciano la casa ai figli. Nei primi duemila, il duplice modello The O.c / Gossip girl , che poi era lo stesso ma declinato sulle due coste degli Stati Uniti, raccontava di gente ricchissima e bellissima dove i genitori volatili e viziati si comportavano da adolescenti, mettendo in imbarazzo i figli. Per ultima è arrivata Succession , l’homo homini lupus in versione domestica, dove per prendere il posto del padre nell’azienda di famiglia si è pronti a portare tutti gli altri alla rovina. Negli anni la tv ci ha presentato un grandissimo ventaglio di famiglie ma per molto tempo il pubblico ha preferito quella del Mulino Bianco. Forse ora si sta accorgendo che anche le famiglie vere hanno un loro perché.
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Questo articolo è uscito sul numero 1541 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati