Confronti

È giusto vietare ai politici di usare TikTok?

Gli Stati Uniti, la Commissione europea e diversi paesi dell’Unione hanno limitato l’uso del social network cinese nelle istituzioni a causa del timore che Pechino lo usi per fare spionaggio. Una decisione sensata, anche perché l’importanza di questa app come strumento di comunicazione è molto sopravvalutata

Su TikTok c’è una specie di sdoppiamento della personalità. Da un lato, i politici pensano in modo apparentemente logico. È il social network che cresce più rapidamente, in Polonia l’app è presente in uno smartphone su tre ed è usata da milioni di polacchi. Bisogna andare là dove sono gli elettori, pensano i politici. E così molti di loro creano account e caricano video su TikTok, mentre partiti e istituzioni lo usano per le loro campagne d’informazione.

Dal momento che in media un utente apre l’app dieci volte al giorno e ci trascorre da mezz’ora a un’ora e mezza, i politici s’illudono che se un milione di utenti visualizzerà un loro video otterranno l’attenzione di un gruppo enorme di potenziali elettori. E così semplificano linguaggio e messaggio, aggiungono una musichetta di sottofondo, effetti grafici e sottotitoli, convincendosi di raggiungere i cittadini. In fondo dispongono di dati concreti, di statistiche che tracciano il numero di persone raggiunte da ogni contenuto. Sulla carta tutto quadra.

Solo che TikTok è perlopiù uno strumento d’intrattenimento. Chi ci ha passato un po’ di tempo sa di cosa sto parlando. E chi non lo ha fatto sappia che si tratta principalmente di video in cui le persone scherzano, fanno smorfie, ballano sulle note di tormentoni musicali, si travestono, mostrano qualche abilità o incidenti registrati per caso. I vecchi filmati a cui ci aveva abituato la televisione, come la telecamera nascosta o i video di matrimonio inviati dagli spettatori in cui si vede per esempio una sposa che cade sulla torta nuziale, sembrano vette di buon gusto rispetto a ciò che passa su TikTok.

Ma non è solo una questione di buon gusto. La domanda è se agli elettori arrivi davvero un messaggio, dal momento che su TikTok un video viene osservato in media per un tempo compreso tra i due e i cinque secondi. Si passa oltre letteralmente dopo un batter d’occhi. Quindi, i dati che mostrano il numero di persone raggiunte da un politico o da chiunque altro non sembrerebbero una mera illusione.

Allo stesso tempo, i ricercatori mettono in guardia dai rischi legati alle app video, soprattutto TikTok. Gli studi già da qualche anno avvertono che i social network creano una dipendenza neurologica dalla dopamina. Il funzionamento dell’app cinese è stato paragonato senza troppe esagerazioni a quello delle droghe pesanti. Il suo uso prolungato ostacola la concentrazione e l’apprendimento, e provoca tensione nervosa. Promuovendosi attivamente su TikTok, i politici non contribuiscono ad amplificare il potere e le conseguenze dannose di questo tipo di social network?

Ma i dubbi non finiscono qui. Recentemente il parlamento danese ha vietato ai suoi funzionari di usare TikTok sui telefoni di lavoro. In precedenza lo avevano fatto anche la Commissione europea e il governo degli Stati Uniti, mentre raccomandazioni speciali sono state adottate anche da Paesi Bassi, Canada, Taiwan e Giappone. La ragione è il timore che l’app possa raccogliere dati dagli smartphone, e che le autorità cinesi possano usarli per attività di spionaggio. Non ci sono ancora prove concrete, ma la prudenza di Bruxelles o di Washington non può essere liquidata con un’alzata di spalle, come sembra fare il governo polacco.

Quindi, indipendentemente dal fatto che si promuovano su TikTok, maggioranza e opposizione dovrebbero almeno considerare per un momento se i vantaggi di ciò che stanno facendo siano effettivamente maggiori dei rischi. ◆ dp

Rzeczpospolita è un quotidiano liberalconservatore polacco.

Non bisogna ignorare i problemi di sicurezza, ma in questo modo la politica rischia di perdere completamente il contatto con i giovani

Hangzhou, Cina, 2019 (Reuters/Contrasto)

In Svezia il Partito di centro ha proposto di vietare l’uso dell’app cinese TikTok sui telefoni dei parlamentari, e non avrà difficoltà a convincere gli alleati di coalizione. Descritta come un ritrovo per adolescenti che ballano in bikini e usata soprattutto dai ragazzi per caricare i loro video, TikTok è diventata una questione scottante. Il Parlamento europeo ne ha vietato l’uso ai dipendenti, come hanno già fatto le autorità federali statunitensi. Al personale della Casa Bianca sono stati concessi trenta giorni di tempo per cancellarla. A novembre la cancelleria del governo svedese ne ha sconsigliato l’uso ai suoi dipendenti, e ora i deputati stanno per ricevere le stesse direttive. Consentire l’uso di TikTok significherebbe ammettere che i lavori del parlamento svedese sono troppo insignificanti per essere oggetto di spionaggio.

Tutte le app ci spiano, perché accedono ai nostri contatti, sanno dove ci troviamo, registrano le nostre azioni e osservano cosa ci interessa, dati molto preziosi per le aziende che vendono beni e servizi, ma anche per chiunque voglia diffondere messaggi politici. Inoltre TikTok è un’app cinese, e in Cina le aziende sono tenute a collaborare con lo stato. Anche se il social network sostiene di non avere alcun legame con le autorità di Pechino, i sospetti rimangono. Possiamo essere davvero sicuri che i dati raccolti non finiscano nelle mani dei servizi segreti? Se abbiamo imparato qualcosa negli ultimi anni, è che non possiamo permetterci di essere sprovveduti in materia di sicurezza. I parlamentari dovranno disinstallare l’app, e fin qui tutto bene, ma c’è un problema.

TikTok è una delle piattaforme più usate dagli adolescenti, in Svezia come nel resto del mondo. Già nel 2021 era l’app più diffusa a livello globale, e contava quasi tre milioni di utenti in Svezia. In maggioranza sono ragazzi che vi trascorrono ore e ore, servendosene anche per farsi un’opinione sul mondo. Per i leader democraticamente eletti non solo è allettante, ma anche fondamentale poter raggiungere le nuove generazioni. I partiti non sono certo famosi per il fascino che esercitano su di loro, e dopo questa decisione non potranno essere presenti dove i ragazzi passano il loro tempo. È vero che la sicurezza va presa sul serio e che i parlamentari non devono condividere informazioni sensibili, specialmente a favore delle autorità cinesi, ma il problema di fondo resta: come coinvolgere i giovani nel dibattito democratico sul futuro? Dopo essersi accordati per cancellare TikTok dai propri telefoni, i politici dovranno trovare una risposta a questa domanda. ◆ lv

Aftonbladet è un quotidiano progressista svedese fondato nel 1830.

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1502 - 10 marzo 2023
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