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Black encyclopedia of the air
Moor Mother (ANTI)

Con il nome d’arte Moor Mother, la poeta e musicista di Filadelfia Camae Ayewa pubblica hip hop stimolante, complesso e afrofuturista dal 2016, quand’è uscito il suo debutto Fetish bones. I suoi concerti sono incendiari e raggiungono un livello che pochi artisti si possono permettere. In un genere soffocato dalla ricerca spasmodica delle solite biografie in odore di autenticità, l’assalto sonoro intellettuale di Moor Mother è liberatorio. Black encyclopedia of the air è avvolto dai messaggi politici ma allo stesso tempo non dimentica di essere divertente. Il ritmo, le collaborazioni e l’omaggio a Missy Elliott nel brano Rogue waves rendono Black encyclopedia of the air il disco più autenticamente hip hop dell’artista, anche se non mancano frequenti incursioni nel jazz e nel funk. La realtà distopica che è alla base di gran parte della narrativa dell’album è evidenziata in Mangrove, uno dei brani migliori. L’album racconta storie di potere e oppressione, e intende la musica come memoria. La voce di Ayewa è distesa, come se fosse una narratrice esterna, una viaggiatrice nel tempo.

Todd Dedman, Beats per minute

Montero

L’album di debutto di Lil Nas X, che esce più di due anni dopo Old town road, il pezzo che gli diede il successo planetario, ruota intorno all’idea di dover vivere e lavorare all’ombra di una fama così improvvisa. Nell’album il giovane rapper flirta con diversi generi musicali e definisce la propria identità di artista apertamente gay. A volte i confini tra sincerità, camp e cattivo gusto sono davvero sfumati ma, in generale, Montero riflette la personalità sensibile ma giocosa del suo creatore. In diversi momenti Lil Nas X si avventura in territori per lui assolutamente nuovi: soprattutto nel pop punk di pezzi come Lost in the citadel e Life after Salem. Dopo tutto Lil Nas X è un artista che ha fatto uscire una canzone country-rap e un’altra che mescola chitarra spagnola, banjo e sintetizzatori. Anche se deve ancora trovare la sua strada, ascoltarlo mentre le prova tutte è di per sé un gran divertimento.
Charles Lyons-Burt, Slant

Senjutsu
Iron Maiden (Terje Dokken, Getty)

Iron Maiden

Gli Iron Maiden non sono il tipo di band che stupisce i fan con un disco pubblicato dal nulla senza annuncio. Invece Senjutsu è così, ed è una delle sorprese più belle del 2021. Come il precedente The book of souls, questo è un lungo doppio album e, come ogni lavoro del gruppo metal britannico del nuovo millennio dà via libera alle sue tendenze più epiche e progressive. Se avete voglia di ascoltare degli inni in stile anni ottanta, dovrete aspettare il prossimo tour. Ma il diavolo ci ha messo lo zampino e Sen­jutsu è decisamente la cosa migliore realizzata dalla band negli ultimi anni. Di sicuro gli Iron Maiden sanno come entrare in scena. La canzone omonima, che apre l’album, è uno dei loro pezzi più pesanti: un’apertura drammatica con percussioni guerriere, riff massicci e un andamento maestoso. The writing on the wall prende una strada impervia, con chitarre heavy blues rock e un assolo ardente. C’è anche la malinconia di The lost world, dove le arditezze tecniche non soffocano l’emozione. Senjutsu è il suono di una band che continua a sforzarsi di andare oltre la sua stessa perfezione. In più Eddie, la mascotte degli Iron Maiden, è diventato pure un samurai per la copertina. Di cos’altro avete bisogno?

Paul Travers, Kerrang!

Ravel: Bolero, La valse, Pavane pour une infante defunte e altri pezzi

Maurice Ravel era basco da parte di madre e nacque a Ciboure, molto vicino al confine francese con i Paesi Baschi: questo omaggio che gli rende l’Orchestra nazionale basca (Euskadiko orkestra) è quindi particolarmente meritato. Lo pubblica Ondine, un’etichetta finlandese, grazie a Robert Trevino, giovane direttore d’orchestra statunitense che oltre al posto di consulente artistico dell’Orchestra sinfonica di Malmö, in Svezia, e quello di direttore ospite principale dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, a Torino, da poco è anche direttore musicale della formazione di San Sebastián. Questo best of del compositore francese può competere a testa alta con le molte edizioni dirette da grandi specialisti delle quali è pieno il mercato discografico: l’orchestra basca è solida e raffinata, e Trevino le impone una precisione ritmica implacabile e una sconfinata sottigliezza armonica. Sono interpretazioni tecnicamente perfette, intense e senza nessuna freddezza.

Jacques Bonnaure, Classica

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1428 - 24 settembre 2021

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