Stan (Bradley Cooper), uno sconosciuto con un passato oscuro, trova lavoro in un piccolo circo e rapidamente si fa strada come (falso) chiaroveggente. Il suo talento lo porterà alla fama e a convincersi di avere poteri mentali. Un malinconico thriller su un truffatore con ambientazione circense ha perfettamente senso nella filmografia di Guillermo del Toro. In più, rispetto al primo adattamento del romanzo di William Lindsay Gresham, firmato da Edmund Goulding, del Toro non ha dovuto vedersela con la censura degli anni quaranta. La sua trasposizione è più cupa e violenta e scava nelle oscurità del libro. Eppure risulta faticoso da vedere. Nightmare alley è il primo film del regista messicano senza alcun elemento sovrannaturale. Forse è proprio per questo che la narrazione a tratti risulta limacciosa: la passione di del Toro per i truffatori è meno acuta del suo amore per i veri voli di fantasia.
David Simms, The Altantic
Stati Uniti / Messico 2022, 150’. In sala
Ungheria / Germania 2021, 97’. In sala
Saga multigenerazionale sulle profonde ferite della shoah, ancora aperte nell’Europa contemporanea, Quel giorno tu sarai è un altro appassionato e personale progetto del regista Kornél Mundruczó e della sceneggiatrice Kata Wéber, i coniugi che l’anno scorso sono arrivati alla nomination all’Oscar con Pieces of a woman. Strutturato in tre atti apparentemente slegati e con dialoghi in più lingue, questo film è decisamente più sperimentale, ma è realizzato con stile, è emozionante e a tratti anche sorprendentemente caloroso e divertente. La prima parte, la più cupa ed estraniante, è ambientata nella Auschwitz appena “liberata” dall’armata rossa, dove viene trovata una bambina abbandonata, Eva. Poi, nell’atto più intimo e commovente, si passa nella Budapest moderna: Eva, ora anziana e sull’orlo della demenza, discute aspramente con la figlia Lena sulla complessa eredità ebraica della famiglia a confronto con lo strisciante antisemitismo che dilaga nell’Europa centrale. Nell’ultimo capitolo, formalmente il più convenzionale e forse quello drammaticamente più debole, anche il figlio di Lena, adolescente a Berlino, è costretto a confrontarsi con le sue origini, ma intravede la speranza di un futuro più libero.
Stephen Dalton, The Hollywood Reporter
Francia 2021, 84’. Mubi
L’autrice di fumetti Nine Antico passa al cinema dirigendo una storia di formazione originale e leggera come una bolla di sapone. Ma non abbandona lo stile pop e rétro delle sue tavole. La sua commedia molto grafica, girata in un bianco e nero nitido e senza tempo, ci conduce nella vita di Sophie, 28 anni, che si trova a un bivio. Sophie disegna, disegna chi le sta intorno e fantastica sul vero amore. Niente di nuovo. Ma Antico e il suo cast – le due interpreti principali insieme a Grégoire Colin nei panni dell’editore ciclotimico – infondono energia e umorsimo in questa caotica storia e la rendono unica. Ad alcune trovate narrative brillanti, come la voce fuori campo stile nouvelle vague, va aggiunto un modo libero e contemporaneo di filmare il corpo femminile. Completa il tutto la fantastica colonna sonora indie anni novanta.
Mathilde Blottière, Télérama
Stati Uniti 2021, 106’. PrimeVideo
In questo film, Ben Affleck ha la giusta dose di rilassatezza. Nel corso degli anni è stato un supereroe troppo austero, un oggetto del desiderio troppo teso, un salvatore del mondo troppo disinvolto e così via. Nelle mani di George Clooney, in questo rilassato adattamento dell’autobiografia (premio Pulitzer) di J.R. Moehringer, Affleck è solo il proprietario di un bar a Long Island, nei primi anni settanta. E non è neanche protagonista. Al centro c’è il nipote J.R., interpretato da Tye Sheridan, che nel corso del film trova la sua strada verso il giornalismo. Ma si sa che in un bar si possono imparare molte cose, soprattutto se ci si limita a osservare. Quando il film si accontenta di essere un osservatore funziona davvero molto bene.
Joshua Rothkopf, Entertainment Weekly
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