Il ruolo di Lydia Tár, famosa direttrice d’orchestra che corre verso la sua rovina, è stato scritto da Todd Field pensando a Cate Blanchett. E l’interpretazione dell’attrice sembra una summa dei suoi ruoli passati: donne che sembrano avere il controllo delle cose ma che forse dentro di loro non hanno nulla. Non è necessario simpatizzare con Lydia, il suo talento è evidente (è una protetta di Leonard Bernstein, tra le poche vincitrici di un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony award), ma è anche una donna crudele, manipolatrice e violenta. E quando sospetti e accuse di cattiva condotta cominciano a emergere i suoi rivali non si lasciano sfuggire l’occasione. Tár è un film molto attuale sui discorsi che vorticano intorno al #MeToo e alla cancel culture, senza essere polemico né condiscendente. Risponde alla domanda: “Dobbiamo separare l’arte dall’artista?”, mostrando che è impossibile.
Clarisse Loughrey, Independent
Stati Uniti 2022, 158’. In sala
Nan Goldin è sempre stata una figura dirompente della scena artistica statunitense. Ma come suggerisce questa avvincente e rivelatoria biografia realizzata da Laura Poitras, a rendere Goldin una figura davvero radicale non sono le sue trasgressioni né il suo attivismo né che sia stata pronta a tutto. È il fatto che, da artista affermata, ha usato i suoi privilegi per andare all’attacco delle stesse istituzioni che la celebravano. Poitras sintetizza tutto ciò in un ritratto in cui intreccia elementi biografici con un resoconto della campagna di Goldin contro il “riciclaggio” di reputazione compiuto attraverso la filantropia dalla famiglia Sackler, che ha fatto la sua fortuna miliardaria grazie all’ossicodone.
Wendy Ide, Screen International
Stati Uniti 2022, 123’. In sala
A un certo punto del film di Florian Zeller, tratto dalla sua omonima opera teatrale, un medico informa una coppia di genitori divorziati dello stato mentale del loro figlio: “È in buone mani, ora”. La parola chiave è “ora” e implica che i ricchi e ben intenzionati Peter (Hugh Jackman) e Kate (Laura Dern) non sono in grado di gestire i problemi del figlio Nicholas (Zen McGrath). Lo stesso si potrebbe dire del film, che affronta il tema della depressione adolescenziale con la perizia di un avvocato immobiliare che esegue un intervento chirurgico a cuore aperto.
Natalia Winkelman, The New York Times
Italia / Francia / Belgio 2022, 102’. In sala
È una gioia scoprire il dispositivo cinematografico messo in piedi da Alessandro Comodin nel suo terzo film che a Locarno ha giustamente vinto il gran premio speciale della giuria. In Gigi la legge seguiamo un poliziotto, Gigi (Pier Luigi Mecchia), che pattuglia le campagne del Friuli a bordo della sua auto. Non succede granché, a parte il ritrovamento di un corpo che spinge Gigi a sospettare, senza ragione, di un ragazzo che abita nei paraggi. Dietro il “parabrezza” della sceneggiatura, Comodin capta l’universo fantasmatico del protagonista. Come un acrobata, lo spettatore oscilla da un trapezio all’altro, dal poliziesco al documentario, dal surrealismo al naturalismo, senza mai distrarsi da questo strano poliziotto che forse inventa storie, di amori e di delitti. Ma meglio rinunciare a decifrarlo per godersi il favoloso gioco di Comodin.
Clarisse Fabre, Le Monde
Stati Uniti 2022, 112’. In sala
A quarant’anni Mike non balla più, fa il barista a Miami per non affogare nei debiti e così incontra Maxandra (Salma Hayek), fresca di separazione dal marito miliardario. Dopo aver apprezzato le sue doti di ballerino, Maxandra invita Mike a seguirla a Londra, dove potrà finalmente mettere a frutto il suo talento. L’ultima danza di Channing Tatum e Steven Soderbergh è un canto del cigno stranamente intimo e pacato che mostra però dei lampi del primo dirompente Magic Mike.
Leah Greenblatt, Entertainment Weekly
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