Una bambina che perde la capacità di dormire quando si trasferisce in un nuovo paese. Una donna talmente sconnessa dagli altri da identificarsi con gli edifici. Due studenti che tengono un signore di mezza età come animale domestico. Un uomo che lascia ricette dettagliate su come cucinare le parti del suo corpo quando sarà morto. Questi sono solo alcuni dei personaggi dell’ultima raccolta di racconti di Sayaka Murata. Non è un libro per chi s’impressiona facilmente. I racconti esplorano una serie di tabù, tra cui il cannibalismo, l’incesto, le relazioni non conformi, le tendenze sessuali e l’uso degli esseri umani come risorse materiali. L’idea alla base della raccolta è che essere “normali” è relativo: come sottolinea uno dei personaggi, “la normalità è un tipo di follia”. Il racconto che dà il titolo al volume è ambientato in un futuro in cui la vita umana ha assunto un nuovo e prezioso significato in una popolazione in drastica diminuzione e i funerali si sono trasformati in “cerimonie della vita” in cui gli ospiti consumano il corpo del defunto e cercano “partner per l’inseminazione” tra gli invitati. Questi racconti vogliono provocarci a mettere in discussione tabù e limiti del senso comune. Questo è allo stesso tempo il punto di forza e il principale difetto della raccolta, poiché i personaggi a volte diventano semplici portavoce delle idee alla base della storia. Inquietanti, viscerali e assurdamente divertenti, alcune delle storie rimangono impresse a lungo.
Florentyna Leow, The Japan Times
Ogni libro di Tamara Tenenbaum è una specie d’incantesimo di magia bianca che dà al lettore la forte sensazione di conoscere l’autrice, come se lei lo invitasse ogni volta a un tavolo diverso ma sempre per prendere un caffè e parlare di cose quotidiane. Senza intensità drammatica, senza eccessiva freddezza, anche se a volte definiscono questa autrice “cinica”. Il suo primo romanzo completa la magia e va di pari passo con i suoi racconti, perché segue lo stesso stile: un certo disagio, la quotidianità, l’intimità non esagerata, storie che non hanno un inizio o una fine definiti. Tenenbaum narra scene della sua vita, tra le quali c’è una relazione, a volte più chiara, a volte meno. L’autrice racconta di come suo padre sia morto nell’attentato di Buenos Aires del 1994; di cosa hanno fatto con il risarcimento; della madre medica e di una delle sue sorelle fisica; del rapporto con i nonni; cita alcuni amici; fa alcune riflessioni sulla fede, sul denaro, su Buenos Aires. Inoltre, sempre senza morbosità, descrive i ricordi della comunità ebraica ortodossa di cui faceva parte e che ha abbandonato per entrare in un liceo laico. Le donne sono al centro ma senza femminismi posticci. Degli uomini si sa poco. Il romanzo è pieno di dettagli che bilanciano le descrizioni dei grandi eventi. Con naturalezza, con una “poesia involontaria” neanche lontanamente edulcorata, con riflessioni semplici ma non scontate. Con equilibrio, che ha chi sa prendersi una pausa e guardare l’andirivieni della vita.
Micaela Fe Lucero, La Voz
Creature della foresta è il primo libro di racconti della scrittrice colombiana Laura Ortiz Gómez. Nove racconti in cui si tenta una sorta di cartografia del conflitto colombiano attraverso le vicende dei suoi personaggi, storie piccole travolte da una storia più grande. Persone coinvolte in fatti dolorosi e terribili, che cercano di trovare risposte all’assurdità che le circonda. I racconti cercano di offrire un viaggio nell’anima dei personaggi, accompagnandolo sempre all’assurdo, all’erotismo, all’amore, alla musica, alla cultura popolare e alla fantasia. Un libro costruito con l’esperienza dell’implacabile scorrere del tempo, quello che “mi aveva lasciato indietro nei recinti dell’infanzia”. Perché ogni storia è fatta di strati diversi di tempo: è come aprire gli occhi in molte direzioni, finché non si trova il luogo in cui guardare. Per ottenere una voce che evochi il calore, che permetta a questi personaggi di respirare per un momento e di asciugare il sudore che li impregna e li sommerge. È una ricerca di un’altra terra, dove forse fa freddo o dove è possibile vivere o morire in modo diverso. Cosa possiamo scoprire quando finiamo di leggere Creature della foresta? Che “la scrittura serve a evocare fantasmi”. Ci permette di vedere che, tra le minacce e gli aneliti, la violenza irrazionale e sfrenata, le parole e le voci degli altri formano il corpo di un paese allo sbando.
Álvaro Castillo Granada, El Tiempo
Da piccoli erano migliori amici. Poi Alexander e Sasha hanno preso strade diverse. Uno, un Viktor Orbán con un tocco di Emmanuel Macron, ha vinto le elezioni presidenziali del 2027 e ha instaurato un regime autoritario. L’altro, un filosofo, si sente protetto dai suoi legami passati con il nuovo capo di stato, finché qualche parola di troppo lo mette in pericolo e lo costringe a fuggire con la figlia piccola. Si dirige verso un monastero sul Monte Athos, quella “montagna santa” dove si cambia nome “per scomparire come uomo e rinascere come angelo”. Sotto le vesti di un efficace thriller ambientato in un mondo appena diverso dal nostro, Trovare rifugio si rivela un bellissimo romanzo sul rapporto tra padre e figlia, sulla trasmissione e sul risveglio alla contemplazione e al sacro. Pur addentrandosi nella mitologia greca e nella storia di Bisanzio, la storia solleva domande molto attuali sulle scelte individuali, sul fanatismo e sull’apertura al mondo.
Denis Cosnard, Le Monde
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