Cultura Schermi
La chimera
Josh O’Connor
Italia / Francia / Svizzera 2023, 130’.
La chimera (dr)

Uscendo dalla proiezione di La chimera ci si portano dietro due o tre cose che rendono l’esperienza straordinaria. Prima di tutto l’immagine: la fotografia di Hélène Louvart e una libertà formale che risucchia lo spettatore nel racconto. Poi la narrazione, che al di là dei dialoghi si affida a un linguaggio muto e attinge a delle canzoni per darci lumi su Arthur (Josh O’Connor). Questo misterioso inglese, che ha il dono di “sentire” il vuoto sotto terra, riunisce intorno a sé una piccola banda di tombaroli a caccia di tesori etruschi nell’Italia centrale. Dipingendo una comunità particolare, Alice Rohrwacher indica il sogno di un modo di vivere alternativo, a livello economico e di genere. Del resto, scopriamo, in Etruria erano le donne a comandare.
Clarisse Fabre, Le Monde

Asteroid city
Scarlett Johansson, Jason Schwartzman
Stati Uniti 2023, 104’.

Wes Anderson sembra impermeabile al mondo esterno. Mentre le sue composizioni simmetriche e le sue inquadrature millimetriche diventano materia di video virali e meme irriverenti, il regista punta ancora di più sulle sue peculiarità stilistiche. Così Asteroid city diventa il più andersoniano dei film di Anderson. Se i suoi ossessivi diorami esplorano sempre il bisogno umano di organizzare e controllare la vita di fronte all’imprevisto, allora Asteroid city, ambientato nel 1955 in una cittadina nel deserto, non lontana dai siti in cui si compiono test nucleari, può essere l’espressione più pura di questa dinamica, perché parla dell’ignoto in tutte le sue forme.
Bilge Ebiri, Vulture

Il sol dell’avvenire
Margherita Buy, Barbora Bobulova
Italia / Francia 2023, 95’.

Dalle parti di Nanni Moretti la situazione politica italiana e quella del suo cinema sono inscindibili e sono entrambe disperate. Il sol dell’avvenire mescola queste constatazioni e la malinconia che ne deriva in un modo particolarmente coerente. Due storie s’intrecciano. Quella del regista Giovanni (Nanni Moretti) e della moglie produttrice Paola (Margherita Buy), e quella dei protagonisti del film a cui lavora Giovanni: Ennio (Silvio Orlando) e Vera (Barbora Bobulova), due “compagni” che nel 1956 guidano una sezione romana del Pci e si trovano a dover compiere scelte difficili dopo la rivolta di Budapest. Il sol dell’avvenire non è un gemello di Aprile. Non c’è da stupirsi se durante la grande parata finale trockista Moretti si congeda salutando con la mano. Questo non sarà il suo ultimo film, ma senza dubbio è un eloquente addio al cinema.
Olivier Lamm, Libération

The old oak
Trevor Fox
Regno Unito / Francia / Belgio 2023, 113’.

Ken Loach ha detto che questo sarà il suo ultimo film. Difficilmente avrebbe potuto offrirci un canto del cigno più significativo, tempestivo e addirittura rabbioso di questa appassionata risposta alle politiche xenofobe del governo britannico. Un pullman carico di rifugiati arriva in un paese del nord del Regno Unito che non si è mai ripreso dalla chiusura delle miniere negli anni ottanta. L0ach ci fa empatizzare con gli abitanti del luogo e con le loro difficoltà prima di mostrarci che molti di loro sono reazionari e razzisti. The old oak è una potente rappresentazione di tempi difficili di cui non si vede un esito chiaro anche se alla fine sventola la bandiera della speranza e della solidarietà.
Jonathan Romney, Screen International

Rapito
Barbara Ronchi, Paolo Pierobon
Italia / Francia / Germania 2023, 125’.
Rapito (dr)

Marco Bellocchio ha fatto un film straziante e avvincente tratto dalla storia vera di un bambino ebreo strappato alla sua famiglia dalle autorità pontificie perché segretamente battezzato dalla bambinaia. Con l’appassionata veemenza di un Victor Hugo o di un Charles Dickens, il regista italiano mette a nudo un brutto episodio della chiesa cattolica europea, un brutale spasmo di tirannia, potere e bigottismo che riecheggia l’affaire Dreyfus e gli orrori arrivati dopo. Il rapimento di Edgardo fa pensare a un rastrellamento in miniatura e la spietatezza del papa Pio IX anticipa l’apparente indifferenza mostrata da Pio XII durante la seconda guerra mondiale di fronte alle atrocità compiute dai nazisti.
Peter Bradshaw, The Guardian

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1514 - 1 giugno 2023
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