Cultura Suoni
I inside the old year dying
PJ Harvey (Steve Gullick)

L’ultima volta che abbiamo ascoltato un disco nuovo di PJ Harvey era il 2016. Non c’era stata la Brexit, Barack Obama era ancora in carica e lei era in tour con The hope six demolition project, un diario di viaggio tra Afghanistan, Kosovo e Washington in compagnia del fotografo e regista Seamus Murphy. Alla fine della promozione dell’album sembrava che lei stesse pensando di ritirarsi dalle scene. Non l’ha fatto, ma ora è tornata in un posto molto diverso. L’unica cosa che avvicina quel disco a I inside the old year dying è che sono entrambi preceduti da raccolte di poesie scritte dalla musicista. Orlam, il nuovo libro, è una specie di romanzo onirico e inquietante, ambientato nel Dorset e scritto in versi che poi sono stati adattati per l’album. Anche se ha un glossario, Orlam è un enigma, tra adolescenti, bambini fantasmi e una figura maschile che ricorda Gesù. Se tentiamo di capirlo resteremo solo frustrati e dunque la cosa migliore è immergersi nell’atmosfera costruita dalla musica. Stavolta l’artista sceglie di avere pochi filtri e correzioni, sembra che stia suonando tutto per la prima volta davanti a noi. Le belle melodie si mischiano a sogni febbricitanti, registrazioni sul campo, con effetti bizzarri e angoscianti. Per la maggior parte della sua durata I inside the old year dying è un’opera imperscrutabile, che chiede all’ascoltatore di addentrarsi e perdersi in una zona magica e proibita.
Alexis Petridis, The Guardian

Real b*tches don’t die!
Kari Faux (Randijah Simmons)

Dopo anni passati a Los Angeles, Kari Faux ha deciso di tornare alle sue radici nel sud degli Stati Uniti. La rapper e cantautrice si è trasferita a Houston, in Texas, dove ha cominciato a mettere insieme gli elementi per l’opera migliore della sua già fortunata carriera. In Real b*tches don’t die!, Faux rende un tributo alle persone care che ha perso, riflette sul lutto e sull’integrità artistica, mentre sullo sfondo spicca una produzione ispirata al southern rap, condita con le sonorità funk e sperimentali di Faux. Il disco ha una struttura circolare, in modo simile a Good Kid, M.A.A.D City di Kendrick Lamar. A volte, come nell’apertura cosmica che dà il titolo al disco, la rapper abbraccia i suoi antenati per rassicurarli mentre piange la perdita di amici e familiari. In altre canzoni, come la vivace Turnin’ heads, coglie momenti di gioia illimitata. Real b*tches don’t die! è una lettera d’addio a Los Angeles, un manifesto per l’amor proprio e un tributo al rap del sud, nel quale Faux crea hip hop alternativo pur mantenendo un fascino commerciale. Solo lei e gli antenati sanno cosa c’è in serbo per il futuro.
Nina Hernandez, HipHopDX

Illustrazioni. 20th century italian piano music

Questa presentazione della musica per pianoforte italiana del novecento è un modello di programmazione intelligente e pianismo scrupoloso. Le scure tinte impressionistiche e il linguaggio armonico sensuale ma instabile del Raggio verde di Mario Castelnuovo-Tedesco aprono il recital e mettono subito in mostra l’accattivante fusione di ritmo e sensibilità della pianista finlandese Sanna Vaarni, che rende benissimo le linee melodiche di Cipressi e dà voce agli appassionati accordi del climax senza nessuna violenza (più facile a dirsi che a farsi!). Si potrebbe descrivere il Capriccio di Scelsi come Berg e Skrjabin fatti a pezzi. Qui la varietà di articolazione e i contrasti dinamici di Vaarni si rivelano molto convincenti. La scultura materica delle Risonanze di Malipiero ha una grande naturalezza. La scrittura pianistica spietatamente esposta in tutto il classico Quaderno musicale di Annalibera di Dallapiccola beneficia delle ricche gradazioni di tocco e timbro di Vaarni. Se vi piace la musica per pianoforte di Poulenc nella sua forma più succinta e spiritosa, i 15 Preludi Nino Rota sono irresistibili, come la loro esecuzione. La pianista interiorizza anche il nodoso misticismo delle Quattro illustrazioni sulle Metamorfosi di Vishnu di Scelsi. Questo disco è una produzione di prima classe a tutti i livelli. Molto raccomandato.
Jed Distler, ClassicsToday

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1519 - 7 luglio 2023

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