Pankaj Mishra racconta tutto l’eccitante senso di opportunità e l’amaro disincanto della globalizzazione, la precipitosa ascesa e la spettacolare caduta di una schiera d’indiani poveri che hanno cercato il successo in occidente. Cresciuto da un venditore ambulante della stazione ferroviaria, Arun Dwivedi comincia la sua ascesa frequentando l’Indian institute of technology, dove si imbatte in due ragazzi come lui. Aseem, “una mascotte dell’autoinvenzione trionfante”, si trasforma in un’affascinante figura culturale e attivista politico. Virendra, nato nella casta degli intoccabili, diventa un finanziere miliardario con abitudini sessuali insolite. Arun è più cauto e abbraccia una vita tranquilla come studioso di letteratura sull’Himalaya indiano. Ma quando s’innamora di Alia, una giornalista musulmana benestante che sta scrivendo un libro sugli “uomini vuoti” della nuova India, è attirato da Londra e dai suoi piaceri cosmopoliti. Figli della nuova India analizza le fortune di queste figure durante il boom indiano e il successivo contraccolpo populista guidato da Narendra Modi. Mishra, prolifico scrittore di saggistica, non è mai noioso. Ma non ha uno stile letterario, e questo romanzo ha poche sfumature o astuzie narrative.
Sam Sacks, The Wall Street Journal
Il problema del femminismo sono gli uomini. Non nel senso che gli uomini sono la fonte dei problemi delle donne, anche se le statistiche tendono a puntare in quella direzione. Il problema del femminismo è che, nonostante tutto, alle donne piacciono gli uomini. Il romanzo di Sandra Newman prende questo dilemma e lo affronta in modo intelligente. Immagina un mondo in cui tutti gli uomini, i ragazzi, le donne trans, tutti i non-binari e i feti portatori del cromosoma Y scompaiono misteriosamente in un istante. Il modo in cui le donne rimaste affrontano questa liberazione, questo lutto, dà alla storia la sua tensione. Jane, la narratrice principale, è in campeggio con il marito e il figlio piccolo. Si sta abbandonando a un sogno a occhi aperti in cui non si è mai sposata e non ha avuto un figlio, una realtà alternativa in cui potrebbe essere prima ballerina in Giappone o fare il giro del mondo in barca a vela. Poi, di colpo, marito e figlio non ci sono più. Gli aerei precipitano e gli incendi divampano. Le donne sono distrutte dal dolore. Ma dopo il cataclisma, scende una strana pace. Sono rimaste in un “mondo di agnelli senza lupi”. Le bambine possono giocare all’aria aperta senza sorveglianza, le più grandi godono della loro libertà. Tuttavia, alcune sentono la mancanza dei loro uomini. E quando comincia una trasmissione chiamata The Men, che sembra mostrare gli scomparsi alla deriva in una dimensione maledetta, si fissano sull’idea di riportarli indietro. Un romanzo avvincente e struggente che pone una domanda: cosa fare quando la politica si scontra con le esigenze dell’amore?
Sarah Ditum, The Spectator
Per Carlisle, una ragazza ossessionata dalla danza e cresciuta con la madre in Ohio, passare una quindicina di giorni all’anno con il padre e il suo fidanzato nel Greenwich village di Manhattan era un’esperienza affascinante. La vita nella casa di Robert e James, piena di arte, bellezza e conversazioni non appropriate alla sua età, le sembrava un balletto. Poi è stata bandita dal loro mondo. Ormai è una coreografa e non li vede da quasi vent’anni, quando James la chiama per dirle che il padre sta morendo. La causa del loro allontanamento è il mistero principale di Ti ameranno, il quarto romanzo di Meg Howrey, una luminosa cronaca di tradimenti, sacrifici e ambizioni creative, incorniciata dalla crisi dell’aids a New York negli anni ottanta e da dinamiche familiari molto complesse. Howrey, lei stessa ex ballerina professionista, trova modi convincenti per catturare il lettore.
Hephzibah Anderson, The Guardian
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