Cultura Libri
Formichità
736 pagine, 25 euro

Il romanzo d’esordio dello sceneggiatore di Essere John Malkovich e Synecdoche, New York è divertente, estenuante e molto lungo. Leggerlo è come guardare qualcuno che cerca di arrivare in cima a una scala di Escher. Con un’inconfondibile estetica ossessivo-compulsiva, Formichità non poteva che uscire dalla testa di Charlie Kaufman. L’eroe della nostra storia è B. Rosenberger Rosenberg, un critico cinematografico sulla soglia dei cinquant’anni che, come da tradizione, è un patetico e pomposo perdente.

A nessuno interessa quello che pensa e l’unica valvola di sfogo per le sue opinioni è un blog, del tutto ignorato. In Florida B. fa amicizia con lo schivo Ingo Cutbirth, che gli mostra l’epica animazione in stop-motion che ha girato segretamente nel suo piccolo appartamento per tutta la vita. L’animazione dura tre mesi e, a parte il suo creatore, B. è l’unica persona ad averla vista. B. è elettrizzato dalla scoperta di un capolavoro che potrebbe finalmente far parlare di lui e, come Max Brod con Kafka, disobbedisce alla richiesta di Cutbirth di distruggere il film. Carica con noncuranza le migliaia di bobine e le scatole di pupazzi meticolosamente realizzati in un furgone a noleggio e si avvia verso casa, con l’intenzione di mostrare il film, scriverne e immergersi nella gloria di essere l’unico proprietario di una preziosa opera di genio. Ma B. apparentemente non sa, nonostante la sua esperienza cinematografica, cosa può succedere alle vecchie pellicole in nitrato quando sono esposte all’aria aperta. La catastrofe che ne consegue lo proietta in un viaggio terrificante nella tana del coniglio della sua mente, dove immaginazione e realtà si fondono, per affrontare infine una gigantesca formica simbolica.
Peter Bradshaw, The Guardian

L’ora di greco
163 pagine, 18,00 euro

L’ora di greco ripercorre in modo sottile due vite che si incrociano in una classe di Seoul: quella di un uomo sulla trentina che insegna greco antico e sta perdendo la vista e quella di una sua studente, giovane madre che ha da poco perso la capacità di parlare (per la seconda volta), oltre ad aver intrapreso una lunga battaglia per la custodia del figlio. L’insegnante, la cui storia è raccontata attraverso lettere e monologhi in prima persona, usa le parole in modo nostalgico, come se cercasse di conservare un piccolo angolo di sole nella sua vita. Scrive con un mormorio di disperazione a una donna che un tempo amava, e forse ama ancora, prestando particolare attenzione agli aspetti visivi dei ricordi che si fondono con le fantasie. Il libro alterna il suo punto di vista a quello della studente a cui sono dedicati capitoli scritti in terza persona. Questi capitoli rivelano una ragazza malata di cuore che cerca di esprimersi di nuovo senza la sua voce. Ciò che desidera comunicare non sono i sentimenti e le idee, ma piuttosto la sensualità della parola che viaggia attraverso il corpo. Gli scritti di Platone sono il soggetto delle lezioni di greco a cui fa riferimento il titolo, in particolare le teorie sulle forme ideali di cui gli esseri umani vedono solo le ombre. I protagonisti di Han, ognuno a modo suo, s’immaginano come se stessero rovistando tra le ombre della scrittura e della parola ideali.
Hannah Gold, The Washington Post

Resta con me
240 pagine, 17,50 euro

Resta con me è un romanzo epistolare, ma a senso unico: una donna scrive alla moglie del suo amante. La narratrice e l’uomo, M., hanno l’abitudine d’incontrarsi in segreto in una casa isolata in riva a un lago. Ogni mattina, l’uomo va a nuotare mentre lei prepara la colazione. Un giorno, l’uomo è colpito da un infarto. “Mi ci sono voluti alcuni secondi per capire che era la schiena di M., il suo viso nell’acqua”. Trascina il cadavere a riva e poi lo porta in casa. Alle 9.32 non ha ancora chiamato nessuno. Non chiama nessuno nemmeno alle 12.43. Oggi è il suo compleanno. “Buon compleanno! Ho quarantuno anni”. Per celebrare l’occasione, non ha intenzione di rinunciare al corpo. Stephen King è una delle influenze di Adeline Dieudonné, soprattutto per quanto riguarda la vena psicologica e le atmosfere di questo maestro del brivido.
Thomas Stélandre, Libération

Giù nel cieco mondo
272 pagine, 19,00 euro

Dopo aver finito i suoi compiti mattutini – fare il bucato e spolverare la casa padronale della sua piantagione – Annis, l’adolescente schiavizzata al centro del nuovo romanzo di Jesmyn Ward, si sofferma fuori da una porta. All’interno della stanza, le figlie bianche del proprietario di schiavi, le sorellastre di Annis, stanno facendo lezione. “L’insegnante”, racconta Annis, “sta raccontando la storia di un uomo, un italiano antico, che scende all’inferno. L’inferno che attraversa ha livelli simili alla casa di mio padre”. Ward fonde la storia di Annis con alcuni momenti chiave nella storia della schiavitù transatlantica, dando al romanzo un taglio educativo. La discesa nei nove gironi dell’inferno spinge Dante a porre una domanda importante ai dannati che incontra: come sei arrivato qui? È una domanda che non troviamo in Giù nel cieco mondo, un romanzo su uno dei peccati originali dell’America: la tratta degli schiavi. Per Ward, l’inferno sembra più che altro un’appropriata descrizione delle condizioni della schiavitù: infernali, appunto. Il romanzo aspira all’epopea, ma a volte si perde in un pantano di allusioni e metafore forzate, e non sempre è all’altezza della sua promessa di guardare in profondità alle radici dell’America.
Jennifer Wilson, The New York Times

Altro da questo numero
1538 - 17 novembre 2023

Articolo precedente

Cultura Libri
Cultura, Ricevuti, numero 1538

Articolo successivo

Cultura Suoni
Le favorite
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.
Black Friday Promo