Sul pianeta Arrakis, il giovane Paul Atreides (Timothée Chalamet) si unisce ai nativi fremen e trama la sua vendetta sulla casata degli Harkonnen e sull’imperatore Shaddam IV (Christopher Walken). Dune. Parte 2 conferma la sensazione che Denis Villeneuve abbia avuto visioni alimentate dalla spezia per tutta la sua vita. Il regista ha detto più volte che la lettura del romanzo di Frank Herbert, da ragazzo, gli ha aperto la mente. Possiamo quindi immaginare che portare sullo schermo l’inebriante miscela di guerra tra nobili casate, fantasticherie psichedeliche, temi anticolonialisti e viaggi intergalattici di quel romanzo di fantascienza sia realisticamente il lavoro di tutta una vita. Bisogna considerare che l’arrivo di questo secondo capitolo è praticamente un miracolo. Il regista infatti ha scommesso su un adattamento in due parti del romanzo senza avere garanzie che la seconda sarebbe mai stata realizzata, e il primo capitolo è arrivato in piena pandemia. Questo nuovo film è un’epopea di guerra, un capitolo più muscolare, meno “di costruzione”, ma con una trama davvero più complicata da snocciolare. Un’epica dose di follia fantascientifica, che manderà in visibilio gli appassionati, anche se forse troppo speziata da digerire in una sola seduta. E non è finita, perché si arriva alla fine del primo libro di Herbert, ma si è già tanto discusso della possibile parte tre basata su Messia di Dune, secondo romanzo del ciclo di Herbert. Dovesse avere il nulla osta non si tratterebbe di una coda opzionale, ma della conclusione di una vera e propria trilogia.
Ben Travis, Empire
Stati Uniti / Canada 2023, 166’. In sala
Regno Unito / Stati Uniti 2023, 105’. In sala
Il bellissimo e misterioso film sentimentale di Andrew Haigh è una fantasia sovrannaturale sulla solitudine e l’amore. Si concentra su quella fase critica della mezza età in cui si realizza che la nascita è probabilmente più lontana della morte, che non è detto che troveremo l’anima gemella e che i nostri genitori erano persone normali e vulnerabili, proprio come noi. Adattato dal romanzo giapponese di Taichi Yamada ne mantiene alcune caratteristiche oscure e angoscianti, ma trovando al loro interno qualcosa di dolcemente rivelatorio. Andrew Scott interpreta Adam, uno sceneggiatore avviato alla depressione che sta scrivendo pigramente un copione sui suoi genitori, morti improvvisamente quando lui aveva dodici anni. Passa le giornate nel suo appartamento in un moderno palazzone di Londra, dove abita Harry (Paul Mescal), anche lui solo. Mentre tra i due sta cominciando una relazione, Adam sente il bisogno di tornare nel quartiere residenziale dove viveva con i genitori, che con sua sorpresa ritrova nella vecchia casa: non sembrano invecchiati di un giorno e lo accolgono con calore e naturalezza. Non è una fantasticheria da scrittore. Ormai Adam ha l’età che avevano i genitori quando sono morti e l’universo gli ha dato la possibilità miracolosa di confrontarsi con loro da adulto. Probabilmente il finale dividerà il pubblico, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra Adam e Harry. Ma questo non cambia il fatto che Estranei sia soddisfacente e commovente.
Peter Bradshaw, The Guardian
Germania 2023, 98’. In sala
Nel suo film İlker Çatak è riuscito a combinare molti elementi di solito associati alla scuola nel cinema tedesco: si va dall’umorismo (in questo caso piuttosto sottile), alle provocazioni e anche all’osservazione dettagliata. Ma il regista, classe 1984, è andato oltre realizzando una tragicommedia che a momenti vira addirittura verso il thriller, rimanendo comunque coerente e credibile. Al centro di tutto c’è Carla (Leonie Benesch), un’insegnante giovane e impegnata di una scuola media in cui avvengono alcuni furti. Quando i sospetti si concentrano su uno dei suoi studenti, Carla decide di scoprire come sono andate davvero le cose. Ma nonostante le buone intenzioni, la situazione le sfugge completamente di mano. La sala professori affronta tanti temi e mostra i limiti del sistema scolastico, rimanendo divertente e appassionante.
Andreas Köhnemann, Kino Zeit
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