Per il giornalista musicale e critico Rob Sheffield ogni compilation in cassetta fatta in casa è un nirvana, a volte anche letteralmente visto che è un fan della band di Kurt Cobain. Il mix tape, questa cornucopia di suoni, non deve necessariamente essere su cassetta o cd, oggi può benissimo essere una playlist, e per Sheffield la cosa più importante sono i ricordi che riesce a scatenare. “Ho costruito la mia vita intorno all’amore per la musica”, scrive in questo divertente, commovente e tutto sommato incoraggiante memoir che parla di vero amore, perdite terribili e anni novanta, e che soprattutto svela perché la musica è così importante. Sheffield parte dai suoi vecchi mix tape per raccontare la storia tra un nerd della musica irlandese-americano (l’autore) e Renee, una ragazza battista del sud, che s’innamorano al suono di Thirteen dei Big Star. Sheffield e Renee si sposano giovani e fanno quella vita romantica e squattrinata che sembra bella solo ripensandoci molto dopo. Scritto da chiunque altro Love is a mix tape porebbe diventare autoreferenziale in modo insopportabile, ma Sheffield bilancia autorionia e autentica emozione, evocando dolore e divertimento con pari accuratezza. Le sue osservazioni sulla musica e sulla cultura pop sono incisive e divertenti. Love is a mix tape è emotivamente molto toccante ma è anche una gloriosa elegia per un decennio benedetto dalla cultura pop e un tenero, indimenticabile tributo alla forza dell’amore. Pop Matters
Città in rovine conclude la saga di Danny Ryan, un gangster del Rhode Island che si trasforma in un imprenditore del gioco d’azzardo. Se dobbiamo credere a Winslow questo sarà anche il suo ultimo romanzo. In apertura troviamo un Ryan più vecchio, partner silenzioso di due casinò di Las Vegas. L’uomo, che era stato un portuale e un sicario della mala, ora è ricco oltre ogni sua previsione. Ma vuole di più. E si chiede perché. È avidità? No. “Sii onesto con te stesso”, dice. “Vuoi più soldi perché i soldi sono potere e il potere è sicurezza. E tu in questo mondo non starai mai abbastanza al sicuro”. La mafia e l’Fbi gli stanno ancora addosso e gli hanno giurato vendetta. Città in rovine può essere letto come un romanzo isolato, ma consiglio di leggere la trilogia dal principio. Con i suoi personaggi coinvolgenti, la sua prosa vivida e i suoi temi universali Winslow ha creato un capolavoro del thriller moderno.
Bruce De Silva, The Independent
Clemens J. Setz osa fare luce, grazie alla letteratura, su uno dei prototipi delle teorie del complotto che continuano ad andare per la maggiore anche oggi. Le lune prima del’atterraggio ricostruisce la biografia di Peter Bender, un pensatore divergente ante litteram tra le due guerre mondiali. Tutto comincia come una farsa. Per divertire i suoi commilitoni durante la prima guerra mondiale, il giovane pilota Bender s’inventa storie fantasiose sullo spazio, come per esempio che i pianeti del sistema solare si muovono verso la Terra come messaggeri cosmici. Mano a mano che la guerra va avanti uno “strano fuoco interiore” consuma Bender. E la sua narrazione inizialmente ironica si espande in una più articolata teoria cosmologica. Dopo aver battuto la testa in un incidente la presenta come una verità scientifica assoluta. Le ferite di guerra si rimarginano ma anche dopo il 1918 la sua testa rimane zeppa di bislacche teorie alternative e di erotico esoterismo. Al centro della sua confusione c’è l’ipotesi pseudoscientifica dello statunitense Cyrus Reed Teed secondo cui abitiamo in un pianeta sferico, ma non sulla superficie bensì in una sua cavità interna. Il romanzo di Setz ci trascina in una sorta di buco nero letterario ed esplora il valore ambiguo del pensiero scettico che a volte può produrre un Copernico e a volte un Peter Bender.
Florian Eichel, Die Zeit
Neige Sinno non crede nel valore terapeutico della letteratura. La letteratura non salva. Per anni non l’ha salvata dai ripetuti stupri del suo patrigno. Tuttavia scrive perché il suo paese d’elezione è il romanzo. Ma per raccontare quello che le è successo sceglie la testimonianza, il racconto in prima persona, senza la certezza di avere ragione. L’autrice intraprende una critica ragionata e severa del concetto di resilienza. La sopravvissuta sopravvive ma non dimentica mai; questa realtà è così forte che blocca gli altri ricordi. Il titolo è ispirato alla poesia di William Blake The tyger, costruita sotto forma di domande senza risposta, dove la violenza del predatore (la famosa fearful symmetry, la paurosa simmetria del suo sguardo) pone un enigma scottante all’universo. La tigre è tanto affascinante quanto crudele. È l’enigma del male e dell’attrazione inconfessata che proviamo per i mostri. La bambina diventata adulta capisce che la predazione sessuale tocca il cuore della dominazione, e ha questa intuizione luminosa: “Essere un mostro quando la società ti guarda significa essere un subumano, ma quando nessuno vede è il contrario, sei un re”. Dicendo che il suo libro è inutile, che è fatica sprecata, Sinno riesce comunque a esprimere qualcosa, con distacco e slanci di umorismo. Sa che il tabù non è tanto lo stupro in sé quanto il fatto di parlarne. La letteratura non si limita alla narrazione, è un atto offensivo e insieme difensivo che rende la lettura una vera esperienza.
Tiphaine Samoyault, Le Monde
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