I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
Tutto sta in mezzo. Forse lo scopo vero di questo notevole romanzo di Alessandro Bertante è di spiegare proprio che, anziché “o noi o loro”, la grande maggioranza sta in mezzo, in mezzo agli estremismi, in mezzo a tutto. Mi ha colpito molto il linguaggio di Bertante. È secco, da cronaca, come se fosse un libro documentario, non un romanzo. Con questo italiano limpido, Bertante riesce a creare simpatia per un personaggio terrorista, un ragazzo giovane che sceglie la lotta armata contro la società, per poi demolire la stessa scelta, togliendo ogni traccia di romanticismo dalla rivoluzione, lasciando solo una scia di vuoto, quella sensazione di perdita enorme che segue la consapevolezza di aver sbagliato. Il lettore non può non condividere questa sensazione, che dà a un breve romanzo di duecento pagine, molto peso. Questo peso risalta ancora di più in questi giorni di guerra perché c’insegna che la vera chiave per comprendere ogni scelta di confronto armato è capire la visione che il combattente ha del mondo e che il modo più efficace per fermare la guerra è fargli cambiare prospettiva: non è noi contro loro. Tutto sta in mezzo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1462 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati