I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana
la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
In Norvegia la gita domenicale, il søndagstur, è una tradizione importante. Un’uscita familiare durante la quale, di solito, i genitori portano i bambini in montagna o nei boschi. I bambini molto spesso non ne hanno voglia, ma gli adulti insistono, li costringono, e alla fine loro li seguono, mano nella mano. L’intenzione della gita è evidente: è un passatempo salutare e insegna ad apprezzare e rispettare la bellezza della natura. Una volta diventati adulti i bambini saranno grati ai genitori per essere stati così insistenti: si rendono conto di aver acquisito un valore che li accompagnerà per il resto della vita. Leggendo Filippo Tuena, mi sono sentita un po’ come una bambina che segue lo scrittore in una gita letteraria. Non è una lettura facile: non è lineare, sembra una gita in un bosco dove è molto facile perdersi. A volte non si capisce se Tuena parla in prima o terza persona, se si rivolge a te, se le riflessioni sono dello scrittore o del protagonista. Poi, però, quando la gita si conclude, una volta chiuso il libro, ci si rende conto dell’importanza della lettura appena finita. È un po’ come se l’autore non solo volesse raccontarci una storia, ma insegnarci a rispettare e apprezzare la bellezza della letteratura. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati