I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
Per il suo romanzo Scilla Bonfiglioli ha scelto un tema curioso. Se si vuole raccontare la storia di un pittore celebre che non solo viveva in un altro paese, ma anche in un’altra epoca, si corre il rischio di banalizzare un po’ tutto. Ammetto che all’inizio ero scettica: Bonfiglioli sarebbe riuscita a rendere coinvolgente la biografia dell’artista? E sarebbe riuscita a riportare l’ambientazione in modo convincente? Il mio scetticismo è sparito dopo poche pagine. Bonfiglioli racconta la storia del pittore Oskar Kokoschka – di come i suoi demoni hanno ispirato le opere d’arte mentre torturavano l’artista – con un linguaggio fluido e ispirato che fa venire voglia di leggere sempre un capitolo in più. E la scrittrice è anche riuscita a ricostruire in modo credibile la società viennese di oltre un secolo fa. La Vienna raccontata da Bonfiglioli infatti, è quella di Mahler, di Klimt, di Freud. Una capitale imperiale sull’orlo della rovina, dove gli artisti erano intellettuali che con le loro opere indirizzavano la società, le sue credenze, le sue aspirazioni, le sue paure. Non poteva essere più diversa dalla Vienna di oggi. Soprattutto per questo La sposa del vento è un romanzo impressionante ed è un vero piacere leggerlo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1563 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati