I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.

Una madre diversa da tutte le altre. Una madre con una personalità ingombrante, difficile da capire e decifrare, che ha condizionato tutta l’infanzia e soprattutto l’adolescenza dell’autrice, una madre capace di metterla in imbarazzo quando tutto ciò che lei desiderava era essere normale, che la costringeva a distinguersi quando lei voleva solo essere come gli altri. Ma anche una madre che sapeva perfettamente che l’amava, anche se a modo suo. Tra le righe quasi poetiche della prosa di Xhuljana Kokamani s’intravede una bambina fragile e una ragazza ribelle che vive nell’ombra dominante della madre. Leggendo, si percepiscono i sentimenti contrastanti, le emozioni mosse nelle quali la ragazza deve navigare per tutta la vita. È una lettura breve, concentrata, filtrata ma non distillata, pubblicata da Albatros, nella collana Nuove voci. Mia madre è un libro che non ha praticamente niente di ciò che io ritengo sia necessario perché sia un buon libro. Però penso che sia un bellissimo manoscritto e una potente lettera d’amore, non solo alla madre, ma anche alla scrittura stessa. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati