Zep, pseudonimo di Philippe Chappuis, benché svizzero ha creato il più grande successo del fumetto francese per ragazzi dai tempi di Asterix. Da alcuni anni firma anche dei graphic novel per adulti, dal segno classico ma ispirato. Questa parabola morale fanta-ecologica, scorrevole e leggera nei toni, lo dimostra perfettamente. Parte da un fatto reale. In Sudafrica molte antilopi kudu della riserva sono inspiegabilmente morte dopo esser proliferate: le acacie, secondo gli scienziati, avrebbero prodotto del veleno per difendersi dall’aumento incontrollato delle antilopi. La comunicazione delle piante è un importante tema scientifico. Qui s’immagina un’apocalisse rigenerativa dell’umanità prodotta dalle piante, dagli alberi in particolare: segretamente avrebbero immagazzinato nel loro dna l’intera memoria del pianeta, un Codex arboris. Nel racconto aleggia uno spirito anni settanta, una sorta di sciamanica empatia totale con il pianeta rilevata con metodi scientifici, contigua alla cosiddetta Ipotesi Gaia elaborata in quel decennio da scienziati come James Lovelock e Lynn Margulis. L’onnipresenza della canzone dei Doors che dà il titolo al libro ne è la prova (del resto anche lo pseudonimo dell’autore è un omaggio ai Led Zeppelin). Ogni sequenza è un “ambiente” con un suo colore, unico. E dei loro climax, che creano un’atmosfera sospesa di grande suggestione in osmosi ma anche in collisione tra loro.
Francesco Boille
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Questo articolo è uscito sul numero 1463 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati